L’associazione di categoria chiede che la Regione renda operativo il Piano di controllo per la provincia di Ravenna, l’unica dell’Emilia-Romagna a non esserne ancora dotata
Secondo Coldiretti, la crescita numerica di tali animali, con una diffusione che ormai si estende dalle colline alle città sino, appunto, al mare, è imputabile innanzitutto alla mancanza di un Piano di controllo a livello provinciale. Ne consegue che, oltre a devastare campi e coltivazioni in collina, i selvatici ora sono divenuti un serio problema anche a valle: «Questi animali, infatti, sia per cercare cibo che per sfuggire al lupo, il loro predatore numero uno, raggiungono le pianure seguendo il corso dei fiumi. Non a caso, meno di due mesi fa, un esemplare di lupo era stato avvistato proprio nella pineta tra Ravenna e il mare».
Coldiretti snocciola numeri: «I cinghiali, ad esempio, sono raddoppiati negli ultimi dieci anni in Italia, raggiungendo un milione di capi e superando le 100 mila unità in Emilia-Romagna. E la situazione, sia per le aziende agricole, costrette a lottare costantemente per salvare i raccolti dalle scorribande dei selvatici, che per la sicurezza pubblica e stradale, non potrà che peggiorare se non si introducono quanto prima i necessari correttivi».
Coldiretti auspica dunque che la Regione, come promesso, «emani e renda operativo in tempi brevi il Piano di controllo per la provincia di Ravenna, l’unica dell’Emilia-Romagna a non esserne ancora dotata. Così facendo l’ente pubblico dimostrerebbe di avere concretamente a cuore la difesa del territorio, il presidio che le aziende agricole garantiscono, la garanzia dell’incolumità pubblica nonché la tutela del paesaggio e della biodiversità».