La vicenda in una terza media: con una falsa identità su Instagram il coetaneo ha avuto l’immagine dall’amica e poi l’ha rilanciata in un momento di rabbia per una incomprensione. Ma gli altri hanno bloccato la propagazione e si sono rivolti agli insegnanti
Secondo quanto si apprende da fonti qualificate, i rapporti tra i due ragazzini prima del fatto non avevano particolari connotazioni: non c’erano simpatie ma nemmeno antipatie, semplici compagni di classe. Che cosa abbia spinto lui a mettere in piedi la manovra via telefonino non è chiaro. Lei dice che era ignara della reale identità dietro a quell’account sul social fotografico, altri amici raccontano che invece la realtà del profilo era nota tra i banchi.
Tutto è accaduto in una sera dei mesi scorsi. L’invio di foto nella chat di Instagram, il dissidio tra i due e il rimbalzo dell’immagine sui telefonini di alcuni compagni. L’indomani i due protagonisti non erano a scuola, per motivi slegati dalla vicenda in questione. La cosa però ha alimentato ulteriormente la preoccupazione dei compagni. Che hanno reagito in un modo che ha colpito in positivo anche gli investigatori: non è esplosa la propagazione di quella foto a macchia d’olio ma è tutto rimasto tra i muri della classe e gli alunni ne hanno parlato con gli insegnanti, manifestando un certo disagio.
A quel punto i docenti non hanno potuto fare altro che informare le famiglie e le forze dell’ordine. Data la delicatezza dei fatti la segnalazione alla procura è necessaria, a prescindere dalla volontà della vittima o in questo caso dei suoi genitori. I prossimi sviluppi spettano alla magistratura che potrà anche valutare per archiviare il caso.