Approvata una mozione per l’emergenza climatica. Il sindaco: «Massima priorità»

De Pascale: «I costi della transizione dovranno essere sostenuti soprattutto da chi ha causato maggiormente i danni ambientali»

DSC 0182 (1)Il consiglio comunale di Ravenna ha approvato nella riunione di oggi, 16 luglio, una mozione della maggioranza per dichiarazione di emergenza climatica in relazione alle competenze del Comune, con impegni per la realizzazione di iniziative volte al contrasto al cambiamento climatico, e il sindaco Michele de Pascale ha affermato che diventa massima priorità nell’agenda della sua mministrazione.

«I ragazzi e le ragazze del movimento Fridays for future, a Ravenna e in tutto il mondo, stanno risvegliando le coscienze di tutti noi, cittadini e amministratori – dice il primo cittadino –, e ci stanno mettendo davanti alle nostre responsabilità e alle conseguenze che si verificheranno se non verranno presi al più presto provvedimenti seri, in grado di arginare l’impatto dei cambiamenti climatici sul futuro del nostro pianeta. La nuova consapevolezza che sta nascendo ci deve far cambiare velocemente passo. La mozione ha una duplice natura: da una parte quella di unire la nostra voce, la voce del Comune di Ravenna, alle tante altre che si alzano in tutto il mondo; dall’altra di rafforzare il nostro impegno, nel nostro territorio, per far sì che quello che è nella disponibilità della nostra comunità venga fatto».

Le misure di contrasto, mitigazione e adattamento verranno implementate secondo il principio di giustizia climatica: «I costi della transizione non dovranno gravare sulle fasce più deboli della popolazione, ma essere sostenuti soprattutto da chi ha causato maggiormente i danni ambientali».

Uno degli strumenti principali di riferimento sarà il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima, nel quale verrà sviluppato l’obiettivo di attuare ogni sforzo possibile per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 °C, tendere ad un obiettivo di azzeramento delle emissioni nette di gas climalteranti al 2050 e consentire che l’attuale obiettivo di taglio delle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030, possa essere innalzato ad almeno il 60% anche attraverso provvedimenti legislativi e incentivi che intervengano a monte sui meccanismi di produzione delle emissioni.

Si identificheranno in particolare iniziative per la riduzione delle emissioni, per l’introduzione di energie rinnovabili e l’incentivazione dell’efficientamento energetico nei settori della pianificazione urbana, nella mobilità sostenibile, nell’edilizia pubblica, nella scelta dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e per lo sviluppo progetti di riforestazione.

«Coinvolgeremo attivamente i giovani e le giovani ravennati nel processo di individuazione delle criticità ambientali e nella loro risoluzione, anche attraverso l’istituzione di un’apposita consulta. Il Comune di Ravenna, grazie all’adesione del 24 maggio 2019 al Forum regionale permanente per il Cambiamento climatico, si impegna anche tramite il proprio Centro di educazione alla sostenibilità (Ceas) in azioni di educazione, comunicazione e informazione verso gli stakeholder. Intensificheremo le azioni finalizzate al recepimento anticipato della direttiva relativa alla messa al bando della plastica monouso entro il 2021».

«Noi consiglieri comunali, a nome dei cittadini, abbiamo preso un impegno forte davanti ai tantissimi ragazzi del “fridays for future” – commentano Marco Maiolini e Emanuele Panizza, consiglieri del gruppo misto, e Massimo Manzoli di Ravenna in Comune –. Io chiedo che l’impegno di oggi non sia volto solo a tranquillizzare le nostre coscienze, ma deve essere lo stimolo per un nuovo modo di fare politica. Questo documento deve spingerci, ad esempio, a piantare più alberi, per creare nuovi polmoni verdi soprattutto nella pianura padana, uno dei territori più inquinati al mondo, proprio perché disboscato quasi completamente. Questo documento deve farci riflettere su ogni metro quadrato che andiamo ad impermeabilizzare con nuove costruzioni, perché non ce lo possiamo più permettere. Dobbiamo spingere sul recupero dell’esistente, come del resto già previsto dalla legislatura vigente».

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