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    Categoria: cronaca

Caso moto d’acqua, Salvini sfida il procuratore: «Interroghi me e non i poliziotti»

Da Facebook l’ex ministro si rivolge al capo degli uffici di Ravenna dove è aperto il fascicolo d’indagine per peculato e violenza privata per i fatti del 30 luglio: «Ma che Paese è? Un po’ mi vergogno»

L’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sfida il procuratore capo di Ravenna, Alessandro Mancini: «Se la prenda con me, convochi me e interroghi me: se errore c’è stato, è errore mio. Se la prenda con Salvini e lasci perdere i poliziotti». Il riferimento del segretario della Lega è agli interrogatori di tre agenti indagati a Ravenna nel fascicolo aperto per violenza privata e peculato a proposito del giro fatto dal figlio minorenne di Salvini su una moto d’acqua condotta da un agente nelle acque antistanti la spiaggia di Milano Marittima il 30 luglio scorso e dei momenti immediatamente successivi in cui membri della scorta hanno tentato di impedire a un videoreporter di Repubblica di filmare l’episodio.

Il commento del leghista è arrivato in chiusura di una videodiretta su Facebook nel tardo pomeriggio di oggi, 19 settembre: «Tre poliziotti indagati per il giro di 5 minuti sulla moto d’acqua di mio figlio, interrogati dal procuratore manco fossero spacciatori, rapinatori o stupratori. Un po’ mi vergogno: prendetevela con me, non prendetevela con altri che non c’entrano niente e non si meritano di dover pagare avvocati e essere convocati in procura come i peggiori criminali. Ma che Paese è? Un Paese ridicolo che ha bisogno di essere sistemato. Procuratore, posso chiederle di lasciare lavorare questi poliziotti che fanno già un lavoro difficile e non hanno bisogno di passare notti insonni?».