
Una vicenda partita da un piccolo abuso edilizio contestato dal Comune di Faenza nel 2013 che finisce davanti al giudice del Tribunale di Ravenna, dove un pensionato faentino è accusato di diffamazione ai danni del Comune, costituitosi parte civile nel procedimento penale che inizierà a dicembre. Tutto era iniziato nel 2013, quando all’uomo era arrivata la notifica del Comune: sgombrare immediatamente di wc e sanitari un deposito che aveva trasformato in bagno. Il pensionato ha fatto ricorso al Tar il cui pronunciamento è arrivato soltanto anni dopo e ha confermato l’operato dell’amministrazione.
La giustizia amministrativa però non era bastata all’uomo che nel frattempo, ad inizio 2018, aveva mandato una lettera ai sindaci dell’Unione Faentina con oggetto: «Irregolarità edilizie, associazione a delinquere». Nella lettera si parlava di un’associazione camorristica all’interno del Comune e una presunta truffa che lo stesso avrebbe subito con il concorso del Comune e in particolare del sindaco Giovanni Malpezzi e di un dirigente comunale. Truffa che si riferiva alla vicenda del deposito trasformato in toilette. Non è tutto: oltre alla lettera l’uomo ha poi presentato una denuncia alla procura, poi archiviata, nei confronti di tutti i sindaci destinatari della sua missiva originaria, da lui accusati di corruzione.
Arrivata nel 2019 la pronuncia del Tar e, poco dopo, l’archiviazione della Procura dell’esposto presentato dall’uomo, ora a muoversi per le vie legali è il Comune di Faenza. Gia a marzo del 2018 il pensionato faentino era stato denunciato per diffamazione dal sindaco. A dicembre era arrivato il decreto penale di condanna a cui, però, l’uomo ha presentato opposizione. Si andrà quindi a dibattimento davanti al giudice monocratico.