Tre albanesi trapiantati in città raccontano le vicende di parenti e conoscenti colpiti dal sisma
Mentre i soccorritori continuano a scavare tra le macerie, con il sostegno di unità speciali provenienti dai paesi limitrofi, tra cui l’Italia, gli sfollati cercano riparo da parenti e amici o confluiscono verso lo stadio della città, dove sono state allestite delle tende. Ma la paura continua, come ci racconta Mimoza Felahi che a Ravenna gestisce una casa famiglia per anziani: «A Durazzo ho una sorella e un fratello. Per fortuna stanno tutti bene ma la casa in cui vive mia sorella ha subito dei danni e hanno dovuto evacuarla, si teme possa crollare con le prossime scosse. Adesso dorme in giardino, vive in continuo stato di allerta». Una sorte differente è toccata invece ad altri edifici della città, costruiti in una zona bonificata dal governo in cui in passato si estendeva una palude: «In quell’area una palazzina è stata inghiottita dal terreno, due piani sono rimasti schiacciati e da sotto le macerie si sentivano le urla dei feriti». Su Facebook Mimoza ha raccontato il panico vissuto in diretta mentre era al telefono con la sorella e dall’altra parte la terra tremava.
Racconti drammatici che hanno raggiunto anche Edlira Sherifi, a Ravenna ormai da anni: «Mia sorella vive a Durazzo con la famiglia, in un palazzo di sette piani. Per fortuna è riuscita a evacuare in tempo e a trovare riparo a casa della suocera. Mio fratello, che vive a Vicenza, ha saputo da amici che due anziani, colti dal panico, si sono gettati dal balcone. Sono stati ricoverati d’urgenza all’ospedale».
«A Thumana, un villaggio vicino a Durazzo – ci racconta Miranda Kalefi, impiegata all’anagrafe di Cervia Informa –, ci sono moltissimi dispersi e quelli che sono sopravvissuti non vogliono andarsene. Io ho un fratello e dei parenti a Kavaje, un altro paese molto vicino a Durazzo. Martedì notte, alle 2, hanno avvertito una scossa e sono andati a dormire al pianterreno. Per fortuna lì non ci sono stati danni».
Il sollievo per i cari si mescola però alla consapevolezza delle tante persone che hanno perso tutto, e di una città che non esiste più: «Quasi tutti i palazzi sono evacuati e le persone vivono di fortuna, nelle macchine e dai parenti – conclude Mimoza –. Durazzo è diventata una città fantasma».