lunedì
15 Settembre 2025
Sicurezza

Ronco, la Lega attacca: «Argini erosi di nuovo, la Regione continua a dormire»

I tronchi spingono sulle colonne rimaste in piedi dopo il crollo del 2018. A ridosso della chiusa sono presenti detriti legnosi

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Attachment 2019 12 28T180701.605Il fiume Ronco è pieno di tronchi e la Regione non interviene: ad attaccare sul tema è la consigliera in Comune, Samantha Gardin, che è anche candidata alle prossime elezioni regionali. Nonostante la tragedia del 25 ottobre 2018, quando la diga di San Bartolo è crollata, «Arpa, Regione e Autorità del bacino del Po stanno dormendo da oltre un anno».

Gardin dice: «È inaccettabile che le autorità preposte non abbiano ancora terminato i lavori di ricostruzione della diga, col risultato che in alcuni tratti, l’acqua ha ricominciato a mangiarsi le sponde. Siamo nel periodo invernale, ed è naturale che il fiume si ingrossi per le piene mettendo a rischio gli argini non manutentati a dovere».

Del resto «questa terribile calamità ha già provocato la morte di una persona, pertanto non si corra il rischio di piangere altre vittime» chiosa Gardin, ricordando come il crollo della diga, nel 2018, avesse inghiottito il 55enne Danilo Zavatta, che si trovava in quel momento sulla passerella. «Oggi a ridosso della chiusa sono presenti alberi e tronchi. Che limitano il deflusso dell’acqua e spingono sulle colonne rimaste in piedi dopo il crollo. Mi chiedo perché la Regione e gli altri enti non facciano il necessario per scongiurare nuovi danni e ridurre il pericolo per il centro abitato del San Bartolo».

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