Truffa mascherine, il faccendiere arrestato si offrì per corrompere il Comune

Antonello Ieffi in custodia cautelare per turbativa d’asta per una gara 16 milioni di euro: nel 2018 chiese 50mila euro per fare avere una concessione turistica a un’azienda. In municipio nessuno lo conosceva e partì la querela

Antonello Ieffi Bollicinevip E1469187204406L’imprenditore arrestato a Frosinone per turbativa d’asta nell’ambito di una gara pubblica del valore di 15,8 milioni di euro, per la fornitura di 24 milioni di mascherine allo Stato per fronteggiare l’emergenza coronavirus, è già rinviato a giudizio per traffico di influenze illecite per aver chiesto 50mila euro a un’azienda romana per farle avere una concessione demaniale a Cervia attraverso la corruzione di funzionari del Comune che erano all’oscuro di tutto. L’arresto per i fatti legati alla pandemia è di oggi, 9 aprile, mentre i fatti cervesi risalgono al 2018. Per il prossimo giugno sarebbe in calendario la prima udienza nella capitale ma è probabile che tutto venga rinviato per lo sospensione delle attività nei tribunali per il contrasto alla circolazione del Sars-Cov-2.

Il 42enne Antonello Ieffi, questo il nome dell’indagato, due anni fa contattò di sua iniziativa una società di Roma che aveva fatto ricorso al Tar per opporsi al provvedimento del Comune che faceva decadere la concessione per una struttura ricettiva sulla spiaggia cervese. Ai romani, i quali nella denuncia affermano di non aver mai avuto contatti in precedenza, Ieffi disse che quella concessione interessava a un congiunto del sindaco e quindi per poterla avere a loro vantaggio si sarebbe potuto ungere qualche dipendente di sua conoscenza in municipio. Il Comune smentisce tutta la versione fornita da Ieffi.

L’immediata denuncia presentata dalla società coinvolta nel contenzioso amministrativo con il Comune fece sì che la pubblica amministrazione cervese venne a conoscenza del fatto. Il legale interno, l’avvocata Silvia Medini, presentò querela per diffamazione. Il procedimento è stato trasferito a Roma e ora il Comune è parte civile nel processo in partenza, una scelta fatta per chiedere i danni di immagine ma anche per monitorare eventuali affermazioni che dovessero emergere in fase dibattimentale.

Il traffico di influenze illecite (art. 346 bis Cp) è stato introdotto nel 2012 con la legge Severino per la lotta contro la corruzione: è commesso da chi, sfruttando la relazione con un pubblico ufficiale, si fa dare denaro o vantaggi patrimoniali da un privato per sé o da girare all’ufficiale per fare pressione sul funzionario amministrativo e favorire gli interessi del privato. Nella recente cronaca nazionale ha avuto particolare rilevanza quando ne è stato accusato Tiziano Renzi, padre dell’ex premier.

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