Due militari in bicicletta e altri due con la pattuglia: nella tarda serata di sabato identificati alcuni clienti in un locale in viale delle Nazioni. Il gestore: «Non ci sono state sanzioni. Ma non è facile lavorare, la gente non ascolta quando chiediamo di stare distanti»
La visita dei militari è cominciata verso le 23. In quel momento all’esterno del locale erano molte le persone presenti e poche indossavano la mascherina, come comprensibile e come concesso dalle norme per chi consuma cibi o bevande. Diversi avevano l’accortezza di stare seduti ai tavoli tenendosi distanziati, non altrettanto facevano le persone a ridosso del bancone sotto il porticato. «I tavoli sono 90×90 con due sedie quindi tutto ok – spiega il titolare –. Poi all’improvviso c’è stato un arrivo di tante persone in poco tempo, forse da un altro bar, e si è creata una situazione che ho cercato di gestire. Nelle telecamere si vede come aumentano le persone in poco tempo. Ma non è facile dire alla gente di stare a distanza. Questi non ti ascoltano e io non vorrei fare il carabiniere ma il barista».
Un’ora di intervento concluso quando al cellulare della pattuglia è arrivata una richiesta più urgente: un controllo a Lido Adriano per una probabile evasione di una persona ai domiciliari. La Jeep parte, la coppia in bici pure e al bar si è potuto discutere a lungo animatamente di quanto appena successo, facendosi poche domande sulle distanze.
A distanza di due giorni, il titolare del bar esprime tutta la sua difficoltà ad affrontare la riapertura con tante norme non tutte di facile applicazione: «Le leggi non obbligano a fare servizio al tavolo e noi dopo essere stati chiusi per mesi non abbiamo assunto altro personale. Quando le persone si accostavano al bancone ho cercato di allontanarli ma c’era qualcuno che aveva bevuto qualche bicchiere, mi hanno risposto che non hanno paura del Covid e a quel punto non si può ragionare. È difficile lavorare in questi giorni». Il barista ora ha provato a cambiare la disposizione logistica: «Ho messo una catena al limite della mia proprietà, al bordo del portico: per ordinare si entra uno alla volta e se la gente si assembra fuori quello è suolo pubblico e non posso occuparmene io. Spero sia la soluzione giusta ma non ho la certezza. Anche per questo parlerò con i carabinieri, vogliamo lavorare evitando problemi. Se vogliono mettere una pattuglia fissa davanti al mio bar a me fa solo piacere».