Valutato positivamente il periodo di sperimentazione, il Comune ha introdotto gli strumenti che filmano e registrano l’audio di cosa accade davanti agli agenti in interventi delicati
«L’uso delle body camera – commenta Eugenio Fusignani, vicesindaco e assessore alla Polizia locale e alla Sicurezza – è stato sperimentato con esiti positivi alcuni mesi fa anche in seguito all’attribuzione al Comune di Ravenna del premio Anci Sicurezza urbana 2018 per le politiche virtuose messe in campo nell’ambito della sicurezza, che rivendico con orgoglio. Ritengo che questi dispositivi rappresentino uno dei più validi strumenti a tutela della comunità, costituendo ad oggi la più oggettiva e affidabile forma di ricostruzione della realtà; sono in inoltre grado di aumentare la sicurezza personale degli agenti abilitati e di tutelare sia questi ultimi sia i cittadini, consentendo di verificare il corretto operato e le modalità di azione e reazione degli uni e degli altri durante lo svolgimento dei compiti d’istituto, in particolare durante attività delicate tra cui i trattamenti sanitari obbligatori nei confronti di soggetti deboli».
La funzione principale delle body camera è appunto quella di riprendere ciò che l’operatore stesso vede e sente durante le fasi dell’intervento; i dispositivi saranno affiancati da un software di gestione e scarico dei dati e dei video in grado di consentire l’archiviazione, la categorizzazione e l’estrapolazione dei video stessi.
Nel frattempo la stessa polizia locale di Ravenna sta seguendo il percorso per arrivare all’introduzione anche del taser, la pistola elettrica.