Appalti fittizi e lavoro nero: sequestrati 700mila euro a industriali della gomma

Operazione Black Coop della guardia di finanza attorno a una cooperativa che forniva manodopera a tre imprese: quattro indagati. Grazie a un consulente del lavoro operi licenziati e riassunti per beneficiare delle agevolazioni del Jobs Act

Foto GdF InpsDimissioni e riassunzioni immediate per beneficiare di sgravi contributivi destinati a chi fa nuove assunzioni, appalti fittizi, saldi in nero ai lavoratori: sono i punti essenziali su cui, secondo la guardia di finanza, si reggeva un articolato sistema di frode ideato dagli amministratori di una cooperativa di Fusignano per eludere gli obblighi contributivi, previdenziali ed assistenziali. Su disposizione del gip è stato eseguito il sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 700mila euro nelle disponibilità di quattro persone che risultano indagate in concorso tra loro, per illecita somministrazione di manodopera e truffa aggravata ai danni dell’Inps.

L’indagine condotta dai Finanzieri della tenenza di Lugo, in collaborazione con l’Inps di Ravenna, ha ricostruito i fatti a partire dal 2014 quando tutti i soci lavoratori di una cooperativa gestita da un trentenne marocchino residente a Fusignano si sono dimessi per poi essere subito dopo riassunti da una nuova coop gestita ancora dalla stessa persona. Un sistema ideato con la complicità di una nota società locale di servizi e consulenza del lavoro per avvalersi degli sgravi contributivi triennali previsti dal Jobs Act per le nuove assunzioni a tempo indeterminato.

La convinzione degli inquirenti è che tutta l’attività della cooperativa fosse caratterizzata dall’illegalità nell’ambito della gestione di 40 operai, per lo più di origini nord africane, che da anni già lavoravano a beneficio di tre aziende lughesi appartenenti ad uno stesso gruppo imprenditoriale specializzato nella produzione di articoli industriali in gomma.

I lavoratori risultavano retribuiti sulla base di un contratto collettivo non corrispondente alle mansioni realmente svolte (di facchinaggio e di addetto alla logistica), con un risparmio in capo al committente, calcolato in circa 4 euro per ogni ora di lavoro, pari al 25 percento del costo di lavoro. Una parte della retribuzione veniva poi saldata in nero grazie a fondi illeciti appositamente costituiti, anche attraverso la falsificazione dei bilanci societari.

Il calcolo del valore dei beni sequestrati è il risultato della quantificazione del provento illecito di cui avrebbero beneficiato i tre committenti nel periodo 2015-2018 come risparmio di oneri contributivi e previdenziali. Il sequestro delle liquidità nei conti bancari delle società e di una unità immobiliare nella disponibilità di uno degli indagati ha consentito di raggiungere l’intero valore del profitto della frode.

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