Un imprenditore 60enne utilizzava fatture false emesse da sei aziende collegate a un gruppo criminale calabrese per abbassare le tasse. Il provvedimento eseguito dalla guardia di finanza dopo una sentenza di patteggiamento
Il patteggiamento è arrivato alla fine di un procedimento scaturito da una verifica fiscale avviata a febbraio 2019 da parte dei militari della prima Compagnia, allertati dai colleghi di Cosenza che avevano scoperto un gruppo criminale con base operativa in Calabria, ma dedito all’emissione di fatture false a favore di imprese con sede in diverse Regioni d’Italia, tra cui anche l’azienda ravennate.
Un’ispezione contabile ha accertato la contabilizzazione, nel biennio 2015-2016, di numerose fatture false emesse da sei diverse società cartiere aventi ad oggetto fittizie vendite di stoviglie, arredi, tovaglie, macchinari e prestazioni di servizi vari, per un imponibile complessivo di 650mila euro. Grazie alla dichiarazione di questi costi fittizi, la società ravennate aveva potuto evadere oltre duecento mila euro di tasse (tra imposte dirette e Iva). Uno degli amministratori della società ha ammesso gli addebiti e chiesto di poter patteggiare la pena.