Finti vaccini e falsi green pass, il nome del medico arrestato girava tra i no vax

Il 64enne Mauro Passarini ha due studi nel Ravennate: è accusato di falso ideologico, peculato e corruzione: prendeva i flaconi del farmaco ma non li usava poi faceva figurare che la somministrazione era avvenuta

ARRIVO VACCINO COVID RAVENNA PER VACCINO DAY 27 DICEMBRE 2020Il medico di base arrestato a Ravenna nell’inchiesta su presunte vaccinazioni fittizie e conseguenti green pass falsi è il 64enne Mauro Passarini che esercitava la professione, in base alla convenzione con l’Ausl Romagna, tra un ambulatorio in città e uno a Marina di Ravenna. L’uomo si trova ristretto in carcere a Ravenna: la squadra mobile della polizia ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare con le accuse di peculato, corruzione e falso ideologico. Per il 15 novembre è previsto l’interrogatorio di garanzia.

Passarini ha cominciato l’attività di vaccinatore a giugno 2021 ma l’aumento delle somministrazioni si è avuto con l’introduzione dell’obbligo di green pass. Secondo l’accusa il medico ritirava i farmaci necessari, come prevede la prassi, ma non li utilizzava. In particolare nell’ambulatorio sono state trovate circa 80 dosi di Pfizer ancora disponibili – ma inutilizzabili perché non conservate alla giusta temperatura – mentre nei registri digitali comparivano altrettanti nominativi di persone che aveva avuto la dose.

Molti dei pazienti sono stati ascoltati dagli investigatori e alcuni hanno accettato di sottoporsi volontariamente ai test che hanno evidenziato l’assenza di anticorpi. Diversi di loro provenivano da fuori regione dopo che il nominativo del medico si era sparso con il passa parola. Proprio da un residente a Belluno si è arrivati a individuare Passarini: nell’ambito della vaccinazione di una minorenne ci sarebbe stato anche uno scambio di denaro che ha portato all’accusa di corruzione.

Sulla vicenda è intervenuto l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini: «Se le accuse fossero confermate, saremmo di fronte a una vicenda gravissima, che offende l’intera comunità dell’Emilia-Romagna. C’è da essere sdegnati per questo comportamento irresponsabile, sprezzante nei confronti di una popolazione che da quasi due anni, tra lutti, dolori familiari, enormi sacrifici economici sta faticosamente risalendo la china per ritrovare la normalità. Ho chiesto che venga immediatamente ritirata la convenzione e che si valuti, da parte dell’Asl Romagna, ogni azione legale sul piano penale e civile a supporto del lavoro dell’Autorità giudiziaria».

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