Le vicende del locale partono dal 1900. Ora in piazza Monti uno staff tutto al femminile: al comando c’è la 35enne Angela, nipote dei coniugi Tina e Gigiò che presero l’attività nel 1968
«Sono nata ad Alfonsine – racconta Angela Matulli – e qui tutti mi ricordano come la ricciolina che fin da bambina si aggirava tra i tavoli del Gallo. Ora ho 35 anni, sono laureata in “Cooperazione, sviluppo e diritti umani”, lavoro da più di dieci anni in una fondazione che si occupa di progetti di sviluppo in ambito educativo nei paesi del sud del mondo. Durante la pandemia ho avuto l’idea di riaprire il ristorante di famiglia. Ho condiviso questo sogno con alcune amiche che negli anni si erano formate professionalmente nel complesso mondo della ristorazione e poi con l’associazione Muda che si occupa di progetti artistico-culturali-educativi. A quel punto il sogno è diventato presto una realtà. Ora inauguriamo con uno staff tutto al femminile e multiculturale».
Il locale ha una storia che comincia più di un secolo fa. Già nel 1900, in questo stesso pezzo di terra, esisteva l’osteria Minguzzi. Negli anni Venti la famiglia Pagani costruisce il caffè con albergo e ristorante. Il Caffè Victoria (dal nome della madre dei fratelli Pagani) viene chiamato da tutti Cafè d’Caì, soprannome del marito. L’Albergo al Gallo appartiene prima a Caterina Pagani, la biastména (la bestemmiatrice), poi a Maria Faccani (che eredita l’attività, ma anche il soprannome). Nel 1945 l’edificio è distrutto dall’esercito tedesco in ritirata – come l’intero quartiere vecchio – ma viene poi ricostruito nel dopoguerra. Nel 1968 la famiglia Matulli, con Gigio’, la moglie Tina e le figlie Iris e Gabriella, acquista tutta la struttura e le licenze.