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    Categoria: cronaca

Un’azienda aveva la cassa integrazione Covid per 22 facchini ma li faceva lavorare

Ufficialmente i lavoratori risultavano assenti grazie all’ammortizzatore sociale per la crisi pandemica ma i documenti extracontabili rivelano altro. E poi c’è il caso dei manovali che prendevano il reddito di cittadinanza mentre erano occupati

Ufficialmente risultavano assenti dal posto di lavoro perché beneficiavano della cassa integrazione Covid ma una documentazione extracontabile mostrerebbe che in realtà erano al lavoro. In pratica le aziende facevano profitto con il loro lavoro ma il costo di retribuzione era a carico delle casse pubbliche. Oppure c’erano lavoratori che avevano occupazioni ma non le comunicavano alle autorità per continuare a percepire il reddito di cittadinanza. Sono gli scenari individuati da guardia di finanza e Ispettorato del lavoro in due casi distinti (in edilizia e nel facchinaggio) emersi di recente in provincia di Ravenna. Altre vicende di natura simile erano già state individuate in passato.

Stipendi pagati con la Cig
Le Fiamme Gialle del comando provinciale di Ravenna, nell’ambito di una analisi operativa elaborata dal nucleo speciale Spesa Pubblica e repressioni Frodi Comunitarie per contrastare le indebite percezioni di contributi pubblici erogati in conseguenza dell’emergenza epidemiologica, hanno sottoposto a controllo amministrativo una società faentina che ha richiesto e ottenuto i fondi della Cassa Integrazione Guadagni (Cig) e dell’assegno “Covid-19” erogato dal Fondo di Integrazione Salariale (FIS), con riguardo a numerosi lavoratori impiegati come trasportatori e facchini. Gli approfondimenti investigativi svolti dai finanzieri della compagnia di Faenza, anche mediante l’analisi di alcuni file rinvenuti ed estrapolati dai computer aziendali, hanno quindi permesso di individuare della documentazione extracontabile attestante la presenza lavorativa per complessive 388 ore di 22 dipendenti mentre ufficialmente questi venivano dichiarati assenti perché in cassa integrazione. Concluse le attività ispettive, l’amministratore della citata società è stato sanzionato si sensi dell’art. 316-ter, comma 2, del Codice Penale e le condotte illecite sono state segnalate al competente ufficio dell’Inps, per il recupero delle somme indebitamente percepite dall’impresa.

Stipendi e Rdc
A seguito di un infortunio sul lavoro, l’Ispettorato del lavoro ha avviato indagini che hanno portato poi scoprire, anche, che alcuni lavoratori percepivano il reddito di cittadinanza (Rdc) ma omettevano le informazioni dovute. In particolare alcuni dipendenti della impresa esecutrice dei lavori percepivano il sussidio e non avevano comunicato all’InpsS la variazione che avrebbe comportato la dovuta riduzione economica del beneficio.  Gli ispettori, nel periodo dal 2020 al 2021, hanno verificato che, per un lavoratore si erano succeduti più rapporti di lavoro, e contemporaneamente lo stesso fruiva del reddito senza mai comunicare all’Inps di Ravenna le modifiche del reddito. Al termine degli accertamenti, gli ispettori hanno inoltrato all’Inps gli esiti per la revoca dei benefici, ed è stato accertato un indebito arricchimento pari a diecimila euro. I trasgressori sono stati denunciati.