Uccise Ilenia Fabbri e un’ora dopo prendeva il caffè a casa di un amico

Udienza 9 / Nel processo per il delitto della 46enne di Faenza, ascoltato un conoscente dei due imputati: alle 7 del 6 febbraio 2021 ricevette la visita di Pierluigi Barbieri che restò dieci minuti a chiacchierare. Interrogata una dottoressa dell’Ausl sul consumo di cocaina ripreso dal sicario reo confesso

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Pierluigi Barbieri

Un’ora dopo aver ucciso una donna, finita con una coltellata alla gola dopo averla colpita ripetutamente con il manico di un martello, è andato a far visita a un amico per prendere un caffè e chiacchierare del più e del meno. È il comportamento tenuto dal 54enne Pierluigi Barbieri, sicario reo confesso della 46enne Ilenia Fabbri, la mattina del 6 febbraio del 2021. Il dettaglio su quanto fatto dopo l’efferato l’omicidio su commissione, avvenuto nell’abitazione della donna in via Corbara a Faenza, è emerso dalla deposizione resa in tribunale dall’amico che quella mattina venne svegliato da Barbieri alle 7, un’ora dopo il delitto. Il 41enne Andrea Cosma è stato ascoltato davanti alla corte d’assise di Ravenna stamani, 26 gennaio, nel corso della nona udienza del processo che, oltre a Barbieri, vede imputato in concorso anche l’ex marito della vittima, il meccanico 55enne Claudio Nanni, inquadrato come mandante. I tre uomini si conoscevano tutti dal 2014 circa, una conoscenza nata per la comune passione per lo scooter T-Max di cui ognuno possedeva un modello.

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Pierluigi Barbieri nella gabbia degli imputati

All’epoca dei fatti Barbieri, originario di Cervia, viveva a Reggio Emilia. La visita a Cosma non era stata concordata nei dettagli: «Mi chiamò il giorno prima – ha riassunto il teste chiamato dalle difese – per dirmi che forse il giorno dopo sarebbe stato in zona e voleva sapere se avevo impegni di lavoro perché a volte il sabato vado a fare dei lavoretti da idraulico. Mi disse che forse sarebbe passato ma non me lo assicurò e non mi diede orari». Poco dopo le 7 qualcuno suonò al citofono: «Ero ancora a letto, mi affacciai alla finestra e mi sorprese il suo arrivo a quell’ora».

Le domande delle difese (avvocati Marco Gramiacci e Francesco Furnari) e del presidente della corte Michele Leoni si sono concentrate nel delineare i comportamenti di Barbieri in casa di Cosma: «Non mi sembrò diverso dal solito nel modo di comportarsi. Chiese un caffè, andò in bagno e poi ci mettemmo a chiacchierare. In particolare parlammo di una mia nuova relazione che avevo avviato da poco e che lui aveva visto dalle mie foto su Facebook». Su questo la testimonianza coincide con le parole di Barbieri, interrogato il 19 gennaio. La visita di cortesia durò una decina di minuti: «Dissi a Barbieri che avevo fretta perché dovevo uscire e lui se ne andò».

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Arianna Nanni: la ventunenne il 6 febbraio 2021 era uscita di casa da pochi minuti quando è entrato in azione il sicario che uccise la madre Ilenia Fabbri

Tra i cinque testimoni della difesa ascoltati oggi (altri 12 sono attesi per la prossima udienza del 9 febbraio con cui si dovrebbe chiudere la fase istruttoria), c’è anche Luana Oddi, specialista in tossicologia al servizio dipendenze patologiche dell’Ausl di Reggio Emilia. La dottoressa ebbe un colloquio con Barbieri l’8 febbraio 2021, due giorni dopo l’omicidio: «Il paziente chiese un aiuto farmacologico perché aveva ripreso a fare uso saltuario di cocaina dopo un lungo periodo, come reazione per fronteggiare un periodo di stress. In particolare disse che aveva ripreso il 20 gennaio e gli ultimi consumi risalivano ai giorni 3, 4 e 5 febbraio». Nella sua deposizione in aula, Barbieri disse che ne aveva sniffata anche la mattina dell’omicidio per disinibirsi.

Si tornerà in aula il 9 febbraio. Se quel giorno si concluderanno le audizioni di testimoni portati dagli imputati, il passaggio successivo sarà la decisione della corte se ammettere o meno una perizia psichiatrica su Barbieri, richiesta avanzata dalla difesa. In caso favorevole il processo andrà in standby per lo svolgimento dell’incarico e si riprenderà poi con requisitoria, arringhe difensive e camera di consiglio per arrivare alla sentenza. I due imputati rischiano l’ergastolo, come ha ricordato il presidente della corte a Nanni durante la sua deposizione a tratti più che titubante.

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