Il Palazzetto dello Sport di Ravenna rischia un nuovo blocco dei lavori

Formalizzata un’interdittiva antimafia contro il consorzio Research a capo delle opere. Il Comune sottolinea: «Siamo noi la parte lesa»

Palazzetto dello Sport in costruzione

Le infrastrutture già realizzate del nuovo Palazzetto dello Sport di Ravenna nell’area del Pala De André

Per il nascente Palazzetto dello Sport di Ravenna, in area Pala De André, la strada verso la definitiva realizzazione nel 2023 sembrava spianata. Lo aveva annunciato il sindaco De Pascale a inizio aprile. Poi alla vigilia di Pasqua la doccia fredda del rischio di un nuovo blocco dei lavori a causa di un provvedimento interdittivo antimafia formalizzato dalla prefettura di Salerno nei confronti del consorzio Research, a capo delle opere di costruzione dell’edificio.

È il secondo provvedimento di sospensiva dell’appalto del Consorzio Research per la realizzazione del manufatto – dopo quello a carico dell’azienda esecutrice Passarelli che aveva avviato le opere – e così interrotto per diversi mesi il cantiere, prima per ricorsi all’autorità giudiziaria poi per il passaggio di consegna dei lavori ad una nuova impresa, la Cear che aveva avviato la prosecuzione dell’opera nel 2022.

Il Comune di Ravenna – con una nota inviata alla stampa – ha voluto sgombrare il campo sulla correttezza dell’amministrazione locale nella valutazione e gestione del caso. «…il Comune è certamente parte lesa in una vicenda legata alla realizzazione di una opera strategica nell’interesse di tutti di vederla presto realizzata».
«Il Comune stesso, per fare opportuna chiarezza, aveva rinnovato all’inizio del marzo scorso la complessa procedura di richiesta delle così detta informativa antimafia – si legge nel comunicato –, rivolta alla prefettura competente per territorio (Salerno) facendosi da subito parte attiva, per quanto di sua competenza, nel voler ricevere chiarezza sulla situazione del consorzio Research… Tutti gli atti dell’Amministrazione (di competenza dirigenziale) hanno avuto esito positivo di fronte ai tribunali amministrativi, a significare la correttezza dell’operato comunale. Nel sottolineare, se ce ne fosse bisogno, la completa terzietà e ed estraneità del Comune di Ravenna dalle vicende che stanno colpendo l’appaltatore di una importantissima opera, fra l’altro per fatti che non coinvolgono il nostro territorio… Come evidente il Comune, anche al fine di salvaguardare le risorse dei cittadini e le eventuali azioni risarcitorie dal parte degli appaltatori, nell’ambito degli appalti non può che agire sulla scorta dei formali atti adottati dagli organi superiori competenti in materia, cui si farà riferimento per le decisioni che riguardano il futuro della esecuzione dei lavori».

Ora – al netto dei probabili ricorsi in sede giudiziaria del consorzio appaltatore e un eventuale “sblocco” dell’inibizione –  le strade si biforcano secondo la legge: o un “commissariamento” della società affidataria che consenta il riavvio del lavori in tempi ragionevoli, magari con la stessa impresa esecutrice, oppure un azzeramento dell’appalto, con tutte le conseguenza di ulteriori di lungaggini legali e burocratiche che rischiano di posticipare l’inaugurazione della struttura a tempi indefiniti.

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