Daini verso il macello, il Parco: «Non c’è alternativa, vegetazione da salvare»

Si stimano 700 esemplari nella pineta di Classe: «Il trasferimento rispettando il limite di 30 capi non servirebbe»

Daino Pineta Classe«Non c’è alternativa alla cattura dei daini per la macellazione, c’è la necessità di salvaguardare la flora e la vegetazione delle pinete e praterie naturali in cui il nucleo è insediato, che hanno già mostrato gravi segnali di sofferenza dovuti all’eccessivo pascolamento». Il Parco del Delta del Po difende la decisione di ridurre la popolazione di ungulati nella pineta di Classe e nella pineta di Volano (nel Ferrarese) dopo le polemiche sollevate dal mondo ambientalista e da alcune forze politiche. L’indagine di mercato dell’ente per la ricerca di un’azienda interessata alla concessione dell’attività di cattura è finita anche in un esposto alla procura che ha comportato l’apertura di un fascicolo.

L’intervento sarà a costo zero per la pubblica amministrazione (il guadagno per gli operatori sarà dato dalla vendita della carne con una stima di circa 100mila euro in tre anni): «Serve per dare attuazione alle linee guida nazionali emanate dall’Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale nel 2013 – spiega il Parco –, riprese dal Piano Faunistico-Venatorio regionale 2018-2023 e dal Piano regionale per il controllo delle popolazioni di daino, approvato sia dalla Regione Emilia-Romagna che dall’Ente Parco nel 2021, per i territori di rispettiva competenza».

Proprio a proposito delle competenze, occorre tener presente che il territorio di competenza dell’ente Parco rappresenta oltre il 90 percento delle aree occupate dal daino nella pianura dell’Emilia-Romagna, il restante 10 percento è di competenza della Regione: «Il numero di daini presenti nell’area non di competenza del Parco è tale da consentire alla Regione di spostare gli animali in altre zone del territorio, rispettando quindi il limite di 30 capi imposto da Ispra per il trasferimento in natura di questa specie esotica. Questo non è possibile, invece, per quanto riguarda il ben più vasto territorio di competenza dell’Ente Parco».

Quali sono le ragioni dell’intervento? «Oltre all’inevitabile riequilibrio naturalistico quando si tratta di contenere lo sviluppo di specie esotiche, sono prioritariamente legate alla necessità di salvaguardare la flora e la vegetazione delle pinete e praterie naturali in cui il nucleo è insediato, che hanno già mostrato gravi segnali di sofferenza dovuti all’eccessivo pascolamento». Alcuni ambientalisti hanno evidenziato la presenza di alcuni esemplari di lupi nella stessa pineta: «La presenza del lupo, costantemente monitorata dall’ente Parco, è indubbiamente un elemento qualificante e che aiuterà nel controllo della popolazione, ma i numeri di partenza del nucleo di daini sono tali da non permettere un riequilibrio solo grazie alla predazione naturale».

La sezione ravennate dell’Ente nazionale protezione animali (Enpa) chiede che questi animali siano destinati a nuova vita e non siano ceduti a cacciatori o allevatori come carne da macello: «Sono ormai anni che le associazioni hanno chiesto la piena applicazione dei metodi ecologici e degli strumenti di prevenzione quali recinzioni e dissuasori al fine di contenere eventuali danni. Tra i metodi ecologici sia da considerare anche la sterilizzazione: il Gonacon è un farmaco immunocontraccetivo che può essere utilizzato anche per questa specie».

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