giovedì
21 Agosto 2025
Bassa Romagna

Il prefetto: «Con i lupi si convive». Distribuito un vademecum. Allevatori allarmati

Coldiretti segnala attacchi del predatore a capre e pecore in aziende agricole. Il comitato per la sicurezza affronta il tema e decide di avviare una campagna informativa

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PHOTO 2022 10 12 16 48 05 (002)La convivenza con il lupo è possibile. È il messaggio che parte dalla prefettura di Ravenna all’indirizzo della Bassa Romagna da dove arrivano segnalazioni di attacchi a animali di allevamento. Il prefetto Castrese De Rosa ha chiesto di avviare una campagna informativa sui corretti comportamenti da tenere nelle aree in cui il lupo è presente. È stato predisposto un vademecum informativo, redatto dall’Ente Parco Delta del Po, e già utilizzato nella Bassa Ferrarese e in alcune zone del comune di Ravenna. L’opuscolo sarà diffuso online e sarà anche stampato e distribuito dai Comuni della Bassa Romagna (a questo link si può scaricare in formato pdf).

La decisione di avviare una campagna informativa è maturata nel corso della riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è tenuta ieri, 12 ottobre.

«La convivenza uomo-lupo è già stata sperimentata nell’ Appennino Romagnolo negli ultimi 20 anni – si legge in una nota della prefettura – e da alcuni anni a questa parte anche in altre aree di bassa pianura della Regione Emilia-Romagna come nel Parmense e nel Reggiano, dove il lupo è regolarmente presente dal 2018. Ovunque si è assistito, inizialmente, a episodi di timore e insofferenza nei confronti della specie, ma i fatti hanno, in breve tempo, dimostrato che, adottando adeguati comportamenti, si riescono a risolvere tutte le difficoltà di convivenza».

Durante l’incontro con le autorità competenti, è stato evidenziato che la presenza del lupo nel territorio della Bassa Romagna è dovuta ad un aumento generalizzato della popolazione italiana di questa specie e alla conseguente espansione dell’areale di distribuzione: «L’abbondanza di prede, principalmente caprioli e cinghiali, in Appennino, unitamente allo spopolamento della montagna hanno determinato, negli ultimi 20 anni, un costante aumento del lupo sulle montagne e colline italiane, che lo ha portato a ricolonizzare anche l’intero arco alpino. Negli ultimi anni, essendo la specie strettamente territoriale e non potendo vivere gli esemplari giovani nel territorio dei genitori, i lupi hanno cominciato a ripopolare anche la pianura Padana, al seguito dei caprioli e dei cinghiali, anch’essi discesi in pianura. Hanno anche trovato un’altra preda, assolutamente nuova per la specie, ossia la nutria, il grosso roditore di origine americana che, nelle aree del Basso ferrarese, è divenuta la base della dieta del lupo».

Il lupo è una specie protetta, ai sensi di convenzioni internazionali, direttive europee e leggi nazionali e regionali. «La regolazione della popolazione di questa specie, al vertice assoluto dell’ecosistema europeo, si attua attraverso la gestione della disponibilità di risorse alimentari, con cui tutti i predatori all’apice della catena trofica sono in ineluttabile equilibrio».

Agnello Ucciso Voltana
L’agnello ucciso a Voltana

Coldiretti Ravenna segnala quattro attacchi di lupi in meno di due settimane a capre e pecore tra Lugo e Voltana. «Se i lupi hanno il diritto di essere tutelati – afferma Assuero Zampini, direttore provinciale di Coldiretti Ravenna –, è altrettanto vero che anche agricoltori e allevatori, hanno il medesimo diritto dato che, insieme agli equilibri di un ecosistema sostenibile e fruibile, bisogna salvaguardare quelle attività produttive ed economiche che con la loro presenza garantiscono la cura e il presidio del territorio. Senza considerare che un territorio presidiato e vivo è anche più sicuro e questo va a vantaggio di tutta la cittadinanza».

Arrabbiati e preoccupati gli allevatori che hanno subito gli attacchi. «La mia azienda è praticamente nel centro di Voltana – afferma Serafino Marangoni, titolare dell’impresa agricola visitata dai predatori nella notte tra l’11 e il 12 ottobre –. Non siamo quindi isolati in aperta campagna». Non è bastato, insieme alla recinzione dietro la quale si trovavano gli animali, a fermare i lupi: «Hanno saltato la rete e ucciso un agnellone di circa 50 chili oltre ad una piccola capretta, fortunatamente non sono stati attaccati polli e conigli. È impossibile difendersi».

Dello stesso avviso il collega Luca Bacchini, titolare di un’azienda di Passogatto (Lugo) distante circa due km in linea d’aria da quella di Marangoni: «Ci sentiamo impotenti, la recinzione alta 1,80 metri non è servita a nulla. Venerdì 7 ottobre i lupi l’hanno saltata uccidendo tre caprette e terrorizzando anche le mucche chiuse nella vicina stalla. Chi tutela il nostro lavoro e i nostri investimenti?».

La sezione di Lugo dell’ente nazionale protezione animali (Enpa) teme che si voglia creare allarmismo e paura per alimentare la guerra al lupo: «Gli ultimi studi condotti da ricercatori polacchi dimostrano per esempio che il lupo è fondamentale nell’arginare la diffusione della peste suina africana. Il lupo è un animale schivo ed elusivo che in caso di incontro con l’uomo si dilegua e non dovremmo puntare il dito contro il predatore semmai contro l’essere più distruttivo del pianeta, l’uomo stesso. Da secoli non si registrano aggressioni ai danni dell’uomo fatto salvo casi di morsicature causate da lupi resi confidenti proprio dall’uomo. Il lupo rappresenta il miglior sistema ecologico di contenimento della popolazione di ungulati selvatici, è un selettore naturale».

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