Peschereccio affondato, mezzi antinquinamento in azione. Interrogati i marittimi

Non rilevate fuoriuscite di carburanti. Continuano le attività di perlustrazione

Guardia Costiera 2È stata posizionata una boa per individuare il punto dove il peschereccio Lugarain è affondato, poco prima dell’alba del 19 ottobre, a 21 km dalla costa, all’altezza del canale d’ingresso al porto di Ravenna. Si tratta di un’imbarcazione di 23 metri di lunghezza, affondata dopo lo scontro con una nave mercantile di 82 metri e 1.660 tonnellate, adagiandosi su di un fondale di circa 25 metri.

A tutela della sicurezza, la Capitaneria di Porto di Ravenna ha emanato un’ordinanza che vieta la navigazione alle navi con pescaggio superiore a 10,5 metri entro un raggio di 200 metri dal punto di affondamento, mentre è stato emanato un “avviso urgente ai naviganti” e sono stati diffusi messaggi radio per indicare la presenza del relitto.

Nella giornata di ieri, 19 ottobre, sono proseguite senza sosta le attività di perlustrazione di tutta la zona, con l’impiego di due motovedette e un elicottero della Guardia Costiera e del nucleo subacquei dei Vigili del Fuoco, che hanno ispezionato il relitto non rilevando fuoriuscite di carburante.

I comandanti delle due imbarcazioni coinvolte hanno ricevuto una formale diffida (ai sensi degli articoli 11 e 12 della Legge n. 979/1982) per l’adozione di “urgenti misure atte ad eliminare i potenziali effetti dannosi all’ambiente marino e costiero”.

La lieve iridescenza superficiale che si è formata a seguito del naufragio è stata contenuta e recuperata da un mezzo antinquinamento del Consorzio Castalia, intervenuto su richiesta della Capitaneria.

Le operazioni di monitoraggio di tutta la zona interessata sono riprese dalle prime ore della mattinata di oggi, senza rilevare “presenza significativa di idrocarburi in superficie”, si legge in una nota inviata alla stampa.

Intanto, negli uffici della Guardia Costiera di Ravenna sono iniziati gli interrogatori di tutti i marittimi imbarcati sulle navi coinvolte, ai fini di una “inchiesta sommaria sui sinistri marittimi” prevista dall’art. 578 del Codice della Navigazione.

I militari della Capitaneria hanno già acquisito inoltre i tracciati radar e Ais delle navi coinvolte, dai quali è possibile verificare, con assoluta certezza, le rotte e le manovre eseguite (senza dubbio non sono state rispettate le disposizioni e i divieti recentemente imposti in un’ordinanza, sottolineano dalla Guardia Costiera).

Inoltre, il mercantile coinvolto, il danese Mika, è stato sequestrato a seguito di diverse carenze derivanti dal mancato rispetto delle vigenti Convenzioni marittime internazionali, certificate dagli uomini della Capitaneria.

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