A novembre una mareggiata, a gennaio un’altra burrasca: lo stabilimento ha subito 50-60mila euro di danni e punta alla riapertura nel primo weekend di aprile. In autunno mancava la duna di competenza di Regione e Comune, ora è fatta e sarà conservata fino a maggio
La violenza di quella burrasca è raccontata dal viaggio di un pilone di cemento di due quintali: «L’abbiamo ritrovato al bagno Nettuno, distante parecchio da noi, e per riportarlo indietro ci è voluto un trattore».
Nella ricostruzione si sta lavorando per avere più resistenza nell’eventualità che qualcosa di simile dovesse ripetersi: «Con i tecnici del Comune è stata studiata una struttura diversa che possa reggere meglio. Si spera sempre che non ci sia bisogno».
Quando il mare si ingrossò tre mesi fa, il Losco si trovò in balia delle onde perché come altri stabilimenti della località non era protetto dalla duna di sabbia che solitamente viene alzata nel periodo invernale: «Non erano ancora stati fatti i lavori che solitamente vengono prima». Per quel mancato intervento ci sono questioni aperte tra Regione, Comune e ditte appaltatrici alla ricerca di responsabilità.
Casadio ricorda bene i momenti vissuti sotto il vento e la pioggia e le onde: «Eravamo in 4-5 dentro al bagno a tirare su barricate più resistenti possibili per tenere fuori l’acqua e il fango. Fuori non ci abbiamo nemmeno provato, anzi vigili del fuoco e protezione civile ci hanno proprio sconsigliato di uscire perché era pericoloso anche per noi stessi. Per fortuna siamo riusciti a impedire danni gravi dentro perché altrimenti quello sarebbe stato davvero un colpo insuperabile».