Nel comune di Ravenna 1.344 richieste di contributi per chi ha evacuato casa

Il 30 giugno è scaduto il termine per presentare la domanda. Alla stessa data erano arrivate anche 1.500 domande per gli indennizzi da 5mila euro (per questi c’è tempo fino al 30 agosto). E intanto il Comune ha deciso come distribuire i 6,6 milioni raccolti con le donazioni

Sant'Agata sul Santerno (foto Marco Parollo)Nel comune di Ravenna, nell’ambito dei primi aiuti pubblici erogati dalla Regione o dallo Stato a favore degli alluvionati, sono state presentate 1.344 richieste di contributo per autonoma sistemazione (Cas) e circa 1.500 per il contributo di immediato sostegno (Cis).

Il primo è corrisposto ai cittadini che hanno dovuto abbandonare le proprie case e che hanno trovato un alloggio alternativo (ad esempio presso parenti o amici, oppure in roulotte e camper) senza ricorrere all’accoglienza a carico delle istituzioni. Il secondo invece è un primo indennizzo di cinquemila euro (in due tranche, acconto da tremila euro e poi saldo a fronte delle fatture) per danni alle abitazioni private. Il termine per chiedere il Cas è scaduto il 30 giugno, per il Cis invece c’è tempo fino al 30 agosto. Un contributo non esclude l’altro perché fanno riferimento a due disagi differenti. Al momento nessun richiedente ha ancora ottenuto l’acconto del Cis. Il pagamento spetta alla protezione civile e dovrebbe completarsi entro il mese di luglio.

Sono numeri e informazioni forniti dal sindaco Michele de Pascale a Fornace Zarattini il 6 luglio in occasione della prima di quattro assemblee pubbliche nelle frazioni più colpite dagli eventi alluvionali per informare i cittadini e fare il punto su quanto è stato fatto. Nel cortile della polisportiva Fz si erano radunate circa trecento persone e l’incontro è durato quasi quattro ore.

Sant'Agata sul Santerno (foto Marco Parollo)Secondo i dati presentati dallo stesso De Pascale nel discorso rivolto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita in città il 30 maggio, gli allagamenti nel comune di Ravenna hanno riguardato 60 km quadrati (il 10 percento della superficie totale), coinvolto tremila edifici, 900 imprese, 4.200 cittadini, 37 allevamenti e complessivamente è stata disposta l’evacuazione di 32mila persone (non tutte hanno effettivamente lasciato le proprio abitazioni).

Chi ha subito danni superiori a cinquemila euro deve presentare una perizia firmata da un professionista autorizzato (geometri, architetti, ingegneri) così come da prassi anche in occasione di altre calamità. Lo Stato ha previsto un ulteriore contributo di 750 euro per coprire il costo (o una parte) della perizia. De Pascale ha invitato i cittadini a presentare prima possibile queste perizie per arrivare a una quantificazione dei danni supportata da documenti. Molti cittadini hanno sottolineato la difficoltà nel reperire periti (presto dovrebbe essere disponibile un elenco sul sito del Comune) e l’impossibilità a procedere in tempi breve perché solo con il passare di qualche tempo si potrà avere una completa manifestazione dei danni negli immobili.

Il Comune di Ravenna ha ricevuto 6,6 milioni di euro di donazioni da privati a favore delle famiglie alluvionate (5 milioni da Eni). De Pascale ritiene fondamentale mobilitare queste risorse a sostegno dei cittadini maggiormente danneggiati: «Se distribuissimo in maniera generalizzata a tutti i cittadini che hanno presentato il modulo di indennizzo, commetteremmo l’errore di fare parti uguali fra diseguali. Nel contempo dobbiamo anche cercare di attivare procedure celeri e snelle».

La giunta ha deciso dunque di approntare due percorsi che possono essere rivolti anche ad un medesimo destinatario: il primo, per quanto riguarda l’immediato sostegno, per incrementare da subito di mille euro il contributo a chi auto dichiari di aver subito danni superiori al massimale previsto dal Cis (cinquemila euro); il secondo per offrire una somma più significativa per ristorare quella tipologia di danni ingenti che possono essere valutati solo con la presentazione di una perizia che certifica il danno oggettivo. «Presto saranno disponibili i moduli per accedere al fondo donazioni, che vedranno una prima cifra stanziata immediatamente e una seconda cifra che definiremo nel dettaglio, quando avremo ricevuto un numero sufficiente di perizie da consentirci di capire quante persone hanno realmente subito danni molto ingenti e poter fare dunque una distribuzione equa». La Regione Emilia-Romagna ha raccolto 50 milioni di donazioni e sta impostando un meccanismo simile per la loro distribuzione ai bisognosi.

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