Parla la parente della 41enne che si è buttata dal nono piano per suicidarsi con la figlia e il cane: la donna si è salvata, mentre non c’è stato scampo per la bimba e l’animale. La zia critica l’operato del Centro di salute mentale e ricorda il periodo in cui la donna incinta aveva lasciato la casa per andare ospite di Josefa Idem
La parente, attaccata duramente dalla 41enne in un post pubblicato su Facebook poco prima di compiere il drammatico gesto lanciandosi dalle impalcature dei lavori edili della palazzina in via Dradi, è stata intervistata da “Ore 14”, trasmissione Rai. La donna ha ricostruito il lungo percorso di disagio mentale vissuto da Giulia che era seguita dal centro di salute mentale.
«Il Csm ha sbagliato – dice la zia –, non doveva essere lei a chiedere di farsi ricoverare, dovevano capire loro lo stato di salute di Giulia. E non possono essere i parenti ad obbligarti, ecco perché odiava me e suo padre, perché ci vedeva come quelli che la facevano ricoverare».
La parente paterna ricorda poi i difficile momenti della gravidanza di Giulia che aveva sospeso l’assunzione dei medicinali e imposto al padre e alla zia di non andarla a trovare per nessuna ragione: «Per un anno non l’abbiamo vista, era andata anche via di casa e per un periodo è stata ospitata da Josefa Idem». L’ex campionessa olimpionica e senatrice del Pd ha ricordato la conoscenza della giovane sulle pagine de Il Resto del Carlino senza particolari dettagli sulla natura del loro rapporto di amicizia.