Lo chef tre stelle era atteso in tribunale a Ravenna per la testimonianza nel processo contro tre ristoratori accusati di aver usato il suo marchio senza autorizzazione per il rilancio dell’ex Saporetti a Marina di Ravenna
Cannavacciuolo ha fatto sapere di essere impegnato a Matera, a 600 km da Ravenna, per le riprese di una puntata del programma Cucine da incubo. Per la giudice Federica Lipovscek non è sufficiente per poterlo considerare un legittimo impedimento e ha proceduto con l’ammenda in attesa che si presenti nella prossima udienza fissata per metà novembre.
Il processo vede imputati tre ristoratori (un 63enne bresciano e due cubani di 33 e 51 anni, marito e moglie) coinvolti a vario titolo nella gestione dell’ex ristorante Saporetti a Marina di Ravenna: devono rispondere dell’accusa di aver promosso un menù di pesce usando illecitamente il marchio di Cannavacciulo. Il reato è contraffazione o uso di opere dell’ingegno o di prodotti industriali.
Lo chef partenopeo, aveva saputo tramite Facebook da una ammiratrice, che i due coniugi, in passato concorrenti proprio al reality Cucine da incubo con un locale in provincia di Mantova, stavano usando il suo marchio: a settembre 2018 avevano reclamizzato la riapertura del locale ravennate con volantini in cui si leggeva di un menù curato dallo chef Antonino Cannavacciuolo. E avevano pure usato un camion vela con gigantografia del famoso chef accostata al nome del ristorante. Secondo lo chef tutto questo è stato fatto senza autorizzazione. I due ristoratori imputati invece sostengono che usare il menù pensato nell’occasione del programma tv non costituisse un illecito ma fosse solo una opportunità di rilancio.
Una curiosità: 300 euro è la stessa cifra del conto a persona (bevande escluse) per la cena di San Valentino al ristorante Villa Crespi (tre stelle Michelin) gestito da Cannavacciulo.