Scarico abusivo di acque reflue: sequestrato un autolavaggio a Punta Marina

Denunciato dalla polizia locale il gestore, un 55enne

È stato sequestrato, a Punta Marina Terme, un autolavaggio per scarico abusivo di acque reflue.

Le verifiche della polizia locale sono partite in seguito a un esposto, che ha portato al sopralluogo e all’ispezione, svolta in collaborazione con la Guardia di finanza e l’ausilio dei tecnici Arpae.

In particolare, è stato ispezionato in ogni sua parte l’impianto di trattamento delle acque reflue, dichiarate con recupero delle stesse a circuito chiuso, scoprendo invece che le acque reflue industriali prodotte dalle operazioni di lavaggio defluivano nella rete fognaria pubblica. Il tutto in assenza di autorizzazione e di trattamento di depurazione.

Nella circostanza è stata contestata anche la mancata tenuta del registro di carico e scarico dei fanghi e rifiuti.

Al termine degli accertamenti, il gestore, un 55enne egiziano, regolarmente residente in Italia, è stato denunciato. Contestualmente l’autolavaggio è stato sequestrato.

«Come ribadito recentemente anche dalla Corte di Cassazione – evidenziano dal comando della polizia locale – gli impianti di autolavaggio hanno natura di insediamenti produttivi e non di insediamenti civili. Per questo, in considerazione della qualità inquinante dei reflui, diversa e più grave rispetto a quella dei normali scarichi da abitazioni, e per la presenza di residui quali oli minerali e sostanze chimiche contenute nei detersivi e nelle vernici eventualmente staccatesi dalle vetture usurate, uno scarico delle acque reflue industriali, senza autorizzazione, integra la fattispecie di reato di cui all’art. 137 del d.lgs. n. 152/2006».

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