Il secondo bando regionale per la sostituzione dei veicoli alluvionati si aprirà il prossimo 18 settembre, mettendo a disposizione sei milioni di euro derivanti dalla raccolta fondi “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”. Rispetto al bando precedente, si amplia la tipologia di veicoli per cui si può chiedere il contributo: alle auto, ciclomotori e motocicli si aggiungono infatti ora i furgoni a uso privato, le auto rovinate dalle frane, quelle vendute a privati nel periodo dal 1° maggio al 30 ottobre 2023. Non solo: risulteranno idonee agli incentivi anche le auto intestate a una persona diversa da quella che ha venduto o rottamato, purché appartenente allo stesso nucleo familiare.
Dei finanziamenti programmati, erano ancora disponibili 7 milioni di euro: un milione sarà utilizzato per consentire a chi ha presentato domanda con il primo bando di completare l’iter, gli altri sei verranno destinati ai nuovi casi individuati dalla Regione. Come nella precedente edizione del bando, saranno devoluti fino a 3mila o 5mila euro per la sostituzione dei veicoli a seconda della classe ambientale (più la classe è alta, più alto sarà il contributo), e fino a 700 euro per i ciclomotori e motocicli. Per la riparazione dei veicoli, invece, l’importo erogabile sarà fino a 2mila euro.
La richiesta di contributo deve essere presentata dal proprietario del veicolo danneggiato (o da un suo rappresentante) esclusivamente online, attraverso l’applicativo regionale predisposto per il bando a partire dalle ore 10.00 del 18 settembre 2024, fino al 31 dicembre 2024, salvo esaurimento delle risorse disponibili.
«Con le risorse avanzate abbiamo deciso di ampliare, con la condivisione unanime dei consiglieri regionali, la platea dei destinatari – spiega Irene Priolo, presidente facente funzioni con delega alla Protezione civile -. La Regione conferma ancora una volta la propria volontà nel sostenere le persone colpite dagli eventi di maggio 2023, in questo caso con la solidarietà di tanti donatori e donatrici, privati e imprese, che non ci stancheremo mai di ringraziare».