Il presunto piromane di Lugo è un 29enne, marocchino con regolare permesso di soggiorno, operaio agricolo che vive da solo nella zona della città dove in queste settimane si sono concentrati gli incendi: sei distinti episodi e 16 auto bruciate.
Arrestato dai carabinieri dopo l’ultimo caso della notte appena trascorsa, al momento deve rispondere solo di questo, ma è difficile pensare che il piromane non sia anche lo stesso degli altri cinque: sono in corso le indagini per cercare di trovare eventuali collegamenti.
Il giovane è stato arrestato a casa sua, attorno alle 3 della notte tra giovedì e venerdì. Poco prima era stato notato da carabinieri in borghese in giro per Lugo senza un apparente motivo, su un monopattino. Quando, dieci minuti dopo, è stato lanciato l’allarme per un nuovo incendio, gli inquirenti sono andati a colpo sicuro. Nell’abitazione non sono state trovate però prove, se non diversi accendini in possesso del 29enne, che non è un fumatore.
Il giovane era già nella lista dei possibili sospettati dei carabinieri, ottenuta anche grazie al lavoro di profilazione dei Ris di Roma, giunti in queste settimane sul posto per analizzare le scene del crimine. Carabinieri che durante queste settimane di indagini hanno anche piazzato ulteriori telecamere in città e sorvegliato il territorio in orario notturno (anche con l’ausilio del drone della polizia locale). Tanto che è capitato di ricevere segnalazioni per la presenza del presunto piromane, mentre in realtà si trattava degli stessi militari in borghese.
Il 29enne si trova ora in carcere, in attesa dell’interrogatorio. Dovrà rispondere dei reati di incendio e danneggiamenti da incendio. Esclusa la matrice politica, che qualcuno nel Lughese aveva ipotizzato visto il periodo di elezioni.
Per quanto riguarda il modus operandi, secondo una prima ricostruzione, il piromane bagnava le parti in plastica delle auto con materiale infiammabile per poi dargli fuoco e scappare: c’era tutto il tempo, perché le fiamme per svilupparsi impiegano alcuni minuti.