venerdì
13 Giugno 2025
Immigrazione

Sbarcati 170 migranti, tra loro una dottoressa: «Respinti tutti i visti richiesti»

Concluse le operazioni della nave di Emergency (14esimo sbarco a Ravenna in venti mesi). Tre naufraghi portati in ospedale per accertamenti

Condividi

WhatsApp Image 2024 08 31 At 16.11.50 (1)Si sono concluse alle 14 di oggi, sabato 31 agosto, nel porto di Ravenna le operazioni di sbarco dei 170 naufraghi a bordo della nave Life Support della ong Emergency, soccorsi in cinque diversi interventi nelle acque internazionali libiche e maltesi, nel Mediterraneo Centrale. Il viaggio verso Ravenna, assegnata come porto sicuro dalle autorità italiane, ha richiesto quattro giorni di navigazione. È il 14esimo sbarco (il quarto per la Life Support) in venti mesi, in totale a Ravenna sono giunti finora 1.470 migranti.

I 170 naufraghi (di cui due donne, nove minori che viaggiano soli e due accompagnati) provengono da Bangladesh, Egitto, Eritrea, Nigeria, Siria, Palestina, Pakistan e Sud Sudan. Paesi segnati da conflitti interni, instabilità politica ed economica, insicurezza alimentare.

Non ci sono state criticità sanitarie urgenti riscontrate dai medici dell’Usmaf saliti a bordo prima di avviare le operazioni di sbarco, per cui i migranti sono stati trasferiti dalla banchina di Fabbrica Vecchia a Marina di Ravenna al Centro di medicina e prevenzione dell’Ausl (Cmp) in via Fiume Montone abbandonato. Le visite sanitarie e gli adempimenti di polizia e dei servizi sociali del Comune andranno avanti per tutto il pomeriggio. Un minore e due adulti sono stati trasportati in ospedale per maggiori accertamenti.

Al termine delle operazioni, i minori non accompagnati saranno portati dalla Croce Rossa a Bologna, gli altri in pullman nel Lazio, Abruzzo e Marche. «Sono grato a quanti si stanno adoperando per fornire un’accoglienza dignitosa a queste persone, secondo uno schema organizzativo ormai collaudato in grado di far fronte anche ad aspetti logistici nuovi», ha dichiarato il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa.

In tutto sono state 260 le persone soccorse in meno di 24 ore in questa missione, ma durante la navigazione in accordo con le autorità sono stati eseguiti una evacuazione medica urgente per due pazienti in condizioni serie e il trasbordo di altre 88 persone al largo di Lampedusa. Al momento degli interventi di soccorso, i naufraghi si trovavano su piccole imbarcazioni, inadatte ad affrontare la traversata del Mediterraneo e senza dispositivi di sicurezza.

«Questa lunga navigazione verso il porto di sbarco ha messo duramente alla prova i naufraghi, sia dal punto di vista della salute fisica che mentale – spiega Miriam Bouteraa, mediatrice culturale a bordo della Life Support -. Una giovane pneumologa siriana ci ha raccontato di aver provato invano a raggiungere l’Europa tramite delle vie sicure e legali: ha chiesto un visto a diversi Stati europei, ma le è sempre stato negato. Per diversi anni ha lavorato come pneumologa in Siria e in Libano, ma con il deteriorarsi delle condizioni politiche ed economiche in entrambi i Paesi non è stato più possibile. Non avendo più alcuna prospettiva, ha deciso di attraversare il Mediterraneo passando dalla Libia. Dove non consiglierebbe a nessuno un soggiorno, perché la Libia non è un Paese sicuro ed è un luogo dove i diritti umani non vengono rispettati. Ora che è arrivata in Europa sogna di fare il suo lavoro in Germania».

Un comunicato stampa di Emergency riporta alcune testimonianze dirette di naufraghi, raccolte dal personale della ong: «Vengo da Aleppo, nel nord della Siria, che è stata una regione particolarmente colpita dagli attacchi dell’Isis nel 2014, quello stesso anno con la mia famiglia ci siamo rifugiati in Libano – dice un naufrago a bordo –. Dopo 9 anni in Libano ho deciso di partire per l’Europa con mio fratello più piccolo. In Libia abbiamo passato un anno terribile: la prima volta che abbiamo provato ad attraversare il Mediterraneo le milizie libiche ci hanno fermato dopo poche ore di navigazione, ci hanno riportati indietro e rinchiusi in prigione dove ci hanno torturato per estorcerci soldi. Nostro padre ci ha messo alcuni mesi per raccogliere i 2 mila dollari a testa necessari per liberarci e siccome le guardie organizzavano anche le partenze per l’Europa, aggiungendo altri soldi è riuscito a garantirci un secondo tentativo di traversata. Ma a condizione che io e mio fratello fossimo su due barche diverse, per aumentare le possibilità che almeno uno dei due arrivasse in Europa. Grazie a voi ce l’ho fatta, ora spero di riuscire a raggiungere mio fratello maggiore in Olanda, ma soprattutto spero che anche mio fratello minore riesca ad approdare in Europa».

Un ragazzo egiziano tra i naufraghi a bordo racconta la sua testimonianza: «Vengo dal Cairo, in Egitto, ho lasciato il mio paese da oltre 6 mesi per provare a raggiungere mio nonno che lavora in Italia. Ho due figli di 5 e 3 anni, che vivono insieme a mia moglie e alla mia famiglia. Negli ultimi anni il valore della sterlina egiziana è calato moltissimo e adesso è difficile anche comprare da mangiare, dopo anni di difficoltà ho capito me ne dovevo andare. Dall’Egitto insieme a mio cugino siamo andati in Libia circa 6 mesi fa e abbiamo aspettato di ricevere dei soldi dalle nostre famiglie prima di poter tentare il viaggio per attraversare il Mediterraneo. Una settimana fa abbiamo raggiunto la cifra necessaria e siamo riusciti a partire. La Libia è un paese molto pericoloso, la violenza è usata come mezzo per risolvere qualsiasi disputa, è normale sentire delle sparatorie per strada e se non fai quello che ti dicono i libici, rischi di venire ucciso per delle piccolezze. Per fortuna adesso siamo al sicuro, spero di poter raggiungere mio nonno e di far arrivare in maniera sicura la mia famiglia una volta che avrò la residenza e un lavoro».

Con lo sbarco di oggi a Ravenna la Life Support, che è attiva con missioni Sar dal dicembre 2022, conclude la sua 24esima missione. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, il Mediterraneo centrale è una delle rotte più letali al mondo, dove solo dall’inizio dell’anno al 24 agosto si contano 434 morti e 611 dispersi. È proprio su questa rotta che la nave di Emergency ha sinora soccorso un totale di 2.222 persone.

Condividi
Contenuti promozionali

DENTRO IL MERCATO IMMOBILIARE

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

La casa di Anne

Il progetto di un'abitazione del centro di Ravenna a cura dello studio di Giovanni Mecozzi

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi