Un pullman e diverse auto partiranno domani alla volta di Roma, per partecipare allo sciopero unitario di Fim, Fiom e Uilm dell’intero settore dei lavoratori metalmeccanici dell’automotive. Nella stessa giornata sciopereranno anche i lavoratori delle aziende dell’indotto automotive che applicano il contratto collettivo nazionale sottoscritto dalle categorie del commercio, Filcams, Fisascat e Uiltucs, e i lavoratori in somministrazione rappresentati da Nidil, Felsa e Uiltemp.
Sotto lo slogan “Cambiamo marcia: acceleriamo verso un futuro più giusto”, migliaia di lavoratori e lavoratrici provenienti da tutta Italia si concentreranno in piazza Barberini alle ore 9.30 per il corteo che arriverà in piazza del Popolo, dove ci saranno gli interventi dei delegati e dei segretari generali di categoria.
«Si tratta di una iniziativa di grande rilevanza – spiegano le categorie Fiom, Filcams e Nidil della Cgil Emilia-Romagna – che parla del futuro non solo della filiera dell’automotive, ma affronta temi rilevanti dell’intero settore industriale e del futuro del nostro Paese. La crisi del settore automotive è drammatica in tutta Europa: le notizie provenienti da Volkswagen, con le possibili ricadute sulle catene di fornitura, che in regione rappresentano un segmento importante in termini occupazionali e di tessuto industriale, evidenziano l’importanza di politiche europee che rispondano ai forti investimenti e alle politiche protezionistiche cinesi e americane».
Prosegue la nota della Cgil regionale: «La situazione del comparto, che vede in Emilia-Romagna oltre 20mila lavoratori nella filiera diretta, risulta critica per le scelte e i mancati investimenti di Stellantis che, ben lontana dalla produzione di un milione di veicoli e senza un piano serio di rilancio della produzione, vede ad oggi un calo del 36% delle auto prodotte in Italia. Le lavoratrici e i lavoratori del settore e dell’indotto sciopereranno per richiedere politiche industriali serie a sostegno dei processi di transizione, gli investimenti necessari allo sviluppo e ammodernamento delle infrastrutture, le risorse per sostenere la ricerca e lo sviluppo tecnologici».