martedì
17 Giugno 2025
Faenza

Macellaio trovato impiccato, si va verso il processo per omicidio: due indagati

La morte di Domenico Montanari risale al 2019, ora notificata l'imputazione coatta per un ex vigile urbano che gli aveva prestato 300mila euro a strozzo e per il fratello della compagna all'epoca dei fatti

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Domenico Montanari
Domenico Montanari

Per la morte del 64enne Domenico Montanari, socio dell’Antica Macelleria Bandini di Faenza, è stata disposta l’imputazione coatta per due persone, come richiesto dal giudice per le indagini preliminari. La procura di Ravenna ha notificato il provvedimento al 55enne ex vigile urbano Gian Carlo Valgimigli e al 31enne Daniel Mullaliu, fratello della compagna del 55enne all’epoca dei fatti che avvennero nel 2019. I due devono rispondere di omicidio aggravato in concorso. La notizia è riportata dal quotidiano Il Resto del Carlino.

L’imputazione coatta non è tecnicamente un rinvio a giudizio, ma dispone che la procura, che aveva chiesto l’archiviazione, chieda invece per gli indagati il rinvio a giudizio. A questo punto entro qualche mese verrà celebrata davanti l’udienza preliminare. In quella sede la procura potrebbe reiterare la richiesta di archiviazione come accaduto a conclusione delle indagini preliminari; chiedere il processo per entrambi gli imputati in linea con la lettura dei fatti fornita dal Gip; o diversificare le richieste per i due accusati. È frequente che in seguito a una ordinanza che dispone l’imputazione coatta segua un processo.

Il 25 luglio 2019 Montanari era stato trovato impiccato dentro alla macelleria della quale era contitolare. A rinvenire il corpo verso le 5.50 era stato l’ex vigile urbano. L’assenza di segni di colluttazione aveva indirizzato l’inchiesta verso il gesto volontario. Secondo il gip invece saremmo di fronte a un omicidio compiuto su un negoziante stanco di pagare gli interessi di prestiti a strozzo e intenzionato a rivolgersi alle forze dell’ordine. Il tutto commesso da più persone e mascherato da suicidio.

Le indagini della squadra mobile e gli accertamenti della guardia di finanza avevano rivelato un giro di prestiti a strozzo del 55enne al defunto macellaio: lo avrebbe fatto indebitare per 300mila euro a fronte di interessi di 30mila al mese tanto da rimediare alla fine una condanna per morte come conseguenza di altro reato: l’usura.

L’ipotesi omicidio è emersa dalle parole di un pregiudicato che si trovava nel carcere di Ferrara mentre vi era detenuto Valgimigli. Le confidenze che l’ex vigile urbano avevano alimentato le dichiarazioni del 20 dicembre 2022 confermate l’11 gennaio 2023 alla base del nuovo fascicolo.

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