martedì
24 Giugno 2025
il libro

Il ritorno della prof Alessandrini: cronache quotidiane di (vera) scuola

Ironico e divertente, il nuovo romanzo di Cinzia Dezi entra nelle aule del Liceo-sperduto-nelle-paludi Incontro con l'autrice il 28 marzo all'Aurora

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Cinzia Dezi Firmacopie

Cinzia Dezi è stata “promossa” dopo il suo Qui non siamo al liceo classico ed è ora in libreria con il sequel della prof Alessandrini, Che lingua parlano? (BookTribu), la quale prof nel frattempo da precaria è diventata di ruolo. E così la troviamo alle prese con la dirigente nazi-nana dal tailleur rosa nel suo anno di prova e nella seconda parte nel suo primo vero anno di ruolo. Il che non le impedisce di doversi comunque dividere tra una scuola nella città-dellazucca diretta da un “gineceo-gentile” e il Liceo-sperduto-nelle-paludi.

Ritroviamo, più raffinato e quindi ancora più divertente, il ritratto tenero e insieme spietato della scuola di oggi, con un racconto più incentrato del precedente sugli studenti, a cui Dezi/Alessandrini riserva epiteti degni di un poema omerico dei nostri tempi. Del resto per la prof raggiungere le scuole è sempre un po’ un’Odissea e nelle classi dei Meccanici del biennio anche un po’ un’Iliade, nel senso di teatro di scontro frequente. Questi paiono infatti inspiegabilmente refrattari all’attività di “letto-scrittura”. Ma nemmeno gli Sportivi sembrano amare la storia e l’Alessandrini deve inventarsi podcaster del basso medioevo.

Rispetto al precedente, emerge con maggiore chiarezza la grande, enorme questione di tanti bienni delle superiori, soprattutto professionali ma non solo: l’atteggiamento di sfida perenne, insofferenza, refrattarietà alla buona educazione una volta che si entra e ci si trova in gruppo in un’aula scolastica. Dezi ce lo racconta con un felice tocco narrativo che non giudica, non si scandalizza, non ridicolizza nessuno, con un’abbondante dose di autoironia essenziale a qualsiasi insegnante per non farsi travolgere e anzi trovare spesso barlumi di soddisfazione, gioia, appagamento professionale nella costruzione di una relazione che non è facile, ma è possibile. Naturalmente un po’ viene in mente Valentina Petri che da tempo ci narra, sempre con l’uso di epiteti quanto mai calzanti, la vita da prof di lettere in un professionale. Forse i libri che si potrebbero consigliare ad Alessandrini quando le viene in mente di abbandonare l’insegnamento di storia e filosofia per passare a lettere…

Scrivere di scuola non è mai facile e in questo frangente in cui tanti ne parlano spesso senza conoscerla, raccontarla con grazia e acume a chi non la vive, a chi pensa che dovrebbe essere ancora il liceo classico di trenta o quaranta anni fa, è quanto mai importante. Aspettiamo dunque le prossime avventure della nostra prof alle prese con il ripasso di Kant, anche se dovrebbe iniziare Schopenhauer.

Per incontrare invece l’autrice, l’appuntamento è venerdì 28 marzo alle 18.30 al Circolo Aurora di Ravenna per una serata organizzata anche con il circolo Dock 61, con lei ci saranno due docenti che sulla scuola hanno tanto da dire: Ilaria Cerioli e Giorgio Stamboulis.

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