sabato
28 Giugno 2025
Tribunale

Falsificò un testamento: ex coordinatore di Forza Italia condannato a 16 mesi

Il commercialista Gianguido Bazzoni è ritenuto l'autore del documento con cui un bancario cancellava il suo debito e lo nominava erede insieme alla figlia

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BazzoniIl 67enne commercialista Gianguido Bazzoni di Ravenna è stato condannato in primo grado a un anno e quattro mesi (pena sospesa) per avere scritto un testamento falso a nome di Luigi Pini, amico e bancario di San Pietro in Vincoli scomparso nel 2021 all’età di 97 anni. La richiesta dell’accusa era di un anno e mezzo.

Bazzoni è noto all’opinione pubblica perché in passato è stato titolare di incarichi politici per Forza Italia: coordinatore provinciale e consigliere regionale in Emilia-Romagna. La notizia è riportata dai quotidiani locali Resto del Carlino e Corriere Romagna in edicola oggi, 2 aprile.

L’atto apocrifo al centro del processo sollevava sette debitori dal restituire prestiti ricevuti per un totale di 400mila euro (tra i sette figurava Bazzoni che aveva ottenuto 218mila euro) e indicava l’ex politico come erede con cui la figlia di Pini avrebbe dovuto spartire a metà un patrimonio del valore complessivo di circa 5,8 milioni di euro.

La falsità del testamento è stata stabilita con una perizia svolta da una grafologa interpellata dal tribunale nell’ambito della causa civile intentata dalla figlia di Pini che chiedeva di dichiarare nullo il documento. Su quel fronte Bazzoni era già stato condannato al pagamento di 18.646 euro di spese legali, oltre ai costi sostenuti per la consulenza grafologica.

Secondo la ricostruzione che esce dalle aule di tribunale, il testamento datato 9 ottobre 2020 saltò fuori nell’agosto del 2021, due mesi dopo il decesso di Pini. Nessuno ne sapeva nulla, nemmeno l’unica figlia del defunto. Il documento intestava a Bazzoni un appezzamento denominato Fondo Abbadesse e lo nominava coerede al pari della figlia. A insospettire la donna furono i grossolani errori disseminati nel testo: codice fiscale sbagliato, “Cottignola” come luogo di nascita, scritto a mano a matita mentre Pini era solito battere tutto a macchina.

Bazzoni aveva inizialmente accettato l’eredità per poi cambiare idea condividendo che il testo fosse un falso. Ora si difende parlando di «valenza puramente indiziaria della consulenza grafologica».

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