L’ex vicesindaco di Ravenna, l’immobiliarista Giuseppe Musca, è in carcere dal primo pomeriggio di ieri (28 giugno) per scontare la pena definitiva di 6 anni e 3 mesi di detenzione per bancarotta fraudolenta. In particolare, si tratta del fallimento delle società Asa Holding, Romauto e Arca, per un passivo complessivo di circa 33 milioni di euro.
La notizia è riportata dal Carlino Ravenna in edicola oggi, dopo che i due quotidiani locali avevano riportato ieri quella della condanna di giovedì davanti alla Cassazione (dove si partiva da 6 anni e mezzo).
Nell’ambito dello stesso fascicolo erano imputati anche la moglie Susi Ghiselli – nel suo caso si partiva da 5 anni e 8 mesi di carcere, ma una parte della sentenza è passata in giudicato e un’altra è stata rimandata in Corte d’appello – e il figlio Nicola, per cui è tornata in auge l’assoluzione, l’unica pronunciata in primo grado (la Cassazione ha annullato la condanna a 3 anni, rimandando il tutto anche in questo caso alla Corte d’appello).
Tornando proprio al primo grado del 2018, come ricorda il Carlino, Musca si era assunto la paternità di quasi tutte le operazioni finanziarie contestate, definendole di natura puramente imprenditoriale e condotte nella legalità. L’inchiesta della Guardia di finanza partì nel 2012 e si concentrò sull’intreccio di società che secondo la Procura di Ravenna erano state svuotate e portate al fallimento.