Si chiama Matteo Nocera e abita nella Bassa Romagna ravennate l’infermiere 44enne finito in carcere nei giorni scorsi con l’accusa di aver volontariamente ucciso un paziente all’ospedale di Argenta, dove lavora (ma da cui risulta sospeso dall’avvio delle indagini lo scorso autunno). Secondo il giudice era alto il rischio di inquinamento delle prove e soprattutto di ritorsioni ai danni dei colleghi.
Ne scrivono con ulteriori dettagli i due quotidiani locali in edicola oggi, 13 luglio.
Al momento Nocera risulta indagato soltanto per la morte dell’83enne Antonio Rivola (inizialmente si indagava anche sul decesso di una 90enne): la svolta nelle indagini è stata il ritrovamento nel corpo dell’anziano di tracce di Esmeron, medicinale considerato letale se non abbinato all’intubazione (da sottoporre al paziente solo in presenza di un anestesista). Un’infermiera ha denunciato la scomparsa di quattro fiale di Esmeron (rispetto al resoconto di agosto, firmato dallo stesso Nocera), senza interventi di intubazione corrispondenti.
Entro 20 giorni sarà il gip di Ferrara a doversi pronunciare.