domenica
20 Luglio 2025
Giardino Speyer

Circa 250 persone al raduno lanciato dal padre del 17enne accoltellato: «Vogliamo sicurezza»

Iniziativa lanciata da Facebook senza dare preavviso alla questura, massiccio dispiegamento di forze dell'ordine, momenti di tensione con alcuni esponenti di estrema sinistra

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Circa 250 persone si sono radunate nel giardino Speyer di Ravenna nel tardo pomeriggio di oggi, 19 luglio, per rispondere alla chiamata promossa dal padre del 17enne ferito da una coltellata il 15 luglio.

Il 48enne ingegnere, di cui omettiamo il nome per tutelare l’anominato del figlio minorenne, aveva lanciato l’iniziativa dal suo profilo Facebook, parlando inizialmente di una ronda nel quartiere della stazione per riprendere possesso del territorio e arrivando a dire di essere in guerra. In seguito l’uomo aveva smorzato i toni e definito l’appuntamento come «una manifestazione pacifica per esprimere solidarietà a tutte le vittime di aggressioni, violenze e tentati omicidi da parte di clandestini che non hanno diritto di stare sul territorio nazionale».

L’autore della coltellata, però, è un 17enne tunisino ospitato in una comunità in quanto minore straniero non accompagnato. È stato denunciato alla procura per i minori e riportato nella comunità, non ha accoltellato altre persone in precedenza come invece aveva affermato il padre del ferito.

Qualunque fosse la definizione dell’evento andato in scena in viale Farini, non era stato dato preavviso alla questura, come richiede la prassi in casi di manifestazioni che possono toccare l’ordine pubblico. Massiccio il dispiegamento di forze dell’ordine: carabinieri, polizia e polizia locale, con molti operatori in borghese.

All’ombra degli alberi di fronte alla stazione, il promotore dell’adunata ha preso la parola senza microfoni o megafoni per ribadire i concetti più volte espressi negli ultimi giorni tramite le dirette sui social: l’amministrazione della città non ha il controllo della sicurezza per i cittadini, sono troppi gli sbarchi di migranti, agli stranieri solo diritti e agli italiani solo doveri, gli stranieri ben accetti solo quelli che lavorano e non quelli che delinquono.

Hanno partecipato persone di ogni età, molti anche gli adolescenti. Tra i volti noti della comunità locale si sono visti Maurizio Bucci, imprenditore della ristorazione, Gian Filippo Nicola Rolando, ex consigliere della Lega, ma anche Veronica Verlicchi e Roberto Ticchi della Pigna (il secondo impegnato un paio di volte nel tentativo di convincere il promotore ad abbassare i toni per evitare che la situazione sfuggisse di mano). C’è chi indossava la maglietta con scritto “Italia agli italiani”. Tanti hanno ripetuto il mantra: siamo qui senza bandiere politiche per chiedere più sicurezza e meno tolleranza per chi infrange le regole. Ma c’era anche qualcuno con intenti meno democratici. C’è chi ha catechizzato un gruppetto di giovani: «Vedrete che le cose cambieranno perché una manifestazione così non c’era mai stata. E voi comportatevi bene, ma se gli altri non lo fanno, ammazzateli». Parole in libertà.

Due sono stati i momenti di leggera tensione nell’arco della manifestazione durata poco più di un’ora. Il primo quando alcuni noti esponenti locali della galassia antagonista di estrema sinistra, presenti tra i manifestanti, hanno lanciato il grido “fascisti”. Sono volati insulti e qualche spintone. E poi continue punzecchiature verbali senza contatti fisici. E l’altro momento animato è stato quando si è sparsa la voce che fosse presente il giovane che aveva insultato la sorella minore del ragazzo poi ferito, innescando di fatto la lite che aveva poi portato alla coltellata. Un cordone di poliziotti ha evitato che ci fossero contatti.

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