sabato
26 Luglio 2025
Polizia

Rapine violente e un tentato omicidio con machete, arrestati 7 minorenni accusati di 33 episodi

Un'indagine della squadra mobile ipotizza un'associazione per delinquere per un gruppo di adolescenti nella rete di accoglienza per stranieri. In totale 9 indagati

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Un gruppo di nove minorenni, tutti nati in Tunisia tra il 2007 e il 2009 e poi arrivati in momenti diversi in Italia senza famiglie, è accusato di rapine, furti, lesioni, minacce, ricettazione, porto abusivo di armi e un tentato omicidio per un totale di 33 episodi avvenuti per lo più in provincia di Ravenna tra l’autunno del 2024 e l’estate 2025. La procura per i minori di Bologna, che coordina l’inchiesta condotta dalla polizia di Stato, contesta anche il reato di associazione per delinquere, circostanza di particolare gravità. L’analisi delle modalità di azione, infatti, avrebbe evidenziato un gruppo con una struttura organizzata e ruoli distinti ricorrenti nei diversi casi.

Furti e rapine erano le azioni principali del gruppo. I reati contro la persona, ricorrendo all’utilizzo di armi da taglio e contundenti, invece servivano soprattutto per affermare un predominio sul territorio, in particolar modo nella zona della stazione ferroviaria di Ravenna che era il luogo di ritrovo principale.

Nella mattinata odierna, 25 luglio, la squadra mobile della questura di Ravenna, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Due risultano irreperibili, gli altri sette sono stati arrestati: due sono stati catturati a Ravenna, due a Parma, uno a Pescara, uno a Sulmona e uno a Caserta. Quest’ultimo è il 17enne che ha ferito un coetaneo con una coltellata in una lite avvenuta il 15 luglio scorso, l’ultimo episodio dei 33 capi d’imputazione. Secondo gli inquirenti rivestiva un ruolo di rilievo nel gruppo.

Come detto, si tratta di minori stranieri non accompagnati (Msna). La conoscenza tra i componenti del gruppo è maturata proprio nell’ambito delle comunità di accoglienza in provincia di Ravenna dove tutti i nove hanno trascorso almeno un periodo, mostrando sin dai primi momenti un atteggiamento di disprezzo per le basilari regola di convivenza. Una delle strutture di accoglienza fu chiusa dalla prefettura e i minori destinati ad altre strutture in Italia. Il ricollocamento, di fatto, non è mai avvenuto perché i minori si allontanavano o prima della nuova sistemazione o appena arrivati alle nuove strutture, per poi ricomparire qualche tempo dopo sul territorio ravennate.

Il gruppo si spostava sul territorio, soprattutto in treno, per raggiungere altre località, a volte entrando in azione anche a bordo dei convogli. A metà settembre del 2024 in una sera sola avrebbe messo a segno tre rapine e un furto a Marina di Ravenna. L’accusa di tentato omicidio si riferisce invece a un episodio avvenuto a fine dello scorso maggio nei pressi della stazione di Alfonsine quando una persona fu colpita con un colpo di machete.

La maggior parte delle aggressioni sono avvenute nei confronti di coetanei usando coltelli e spray urticanti, per strappare collanine e telefoni cellulari, agendo in gruppo contro singoli. In alcuni casi le vittime dei reati, soprattutto di lesioni, sono stati gli educatori delle stesse comunità di accoglienza. Ma anche le forze dell’ordine, tanto che due degli indagati nei mesi scorsi erano già stati arrestati per resistenza a pubblico ufficiale.

Il dirigente della squadra mobile, Paolo Verdecchia, ha ricostruito la complessità dell’indagine, cominciata alla fine dell’estate 2024, quindi ben prima dell’episodio della coltellata dello scorso 15 luglio in piazza Duomo a Ravenna: «Gli episodi sono avvenuti in momenti e luoghi diversi e hanno visto intervenire diverse forze dell’ordine. Abbiamo quindi messo a confronto tutti i casi raccolti per individuare tratti comuni, arrivando così a delineare un comune modus operandi del gruppo, caratterizzato da fenomeni di devianza e criminalità che si sono concretizzati in reati predatori e violenti. A sostegno del sodalizio criminoso vi sono la comune nazionalità degli indagati, esperienze di vita difficili, difficoltà di integrazione e una propensione al conflitto verso l’autorità». Tutti i minorenni coinvolti risultano avere diversi precedenti e già destinatari di misure di prevenzione emesse dal questore: «Sono elementi che delineano un elevato livello di pericolosità sociale».

Il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni, ringrazia il questore Gianpaolo Patruno, le donne e gli uomini della polizia: «Questa operazione è la dimostrazione di quanto sia indispensabile il lavoro di collaborazione costante tra le istituzioni. Per questo siamo convinti, come Amministrazione, che i risultati possano avvenire grazie ad una strategia condivisa tra tutte le forze preposte, per affrontare fenomeni diversi e che riguardano anche fasce d’età molto più giovani rispetto al passato. Servono il controllo e il presidio, così come servono le misure cautelari, per chi delinque. Ogni organo preposto deve continuare fare tutto ciò che gli compete per affrontare il tema della sicurezza: per quanto ci riguarda direttamente, questo deve anche tenere conto del potenziamento delle politiche sociali, culturali e di prevenzione».

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