Una vetrina infranta nel primo pomeriggio durante l’orario di chiusura, un furto che ha fruttato poco o nulla ai ladri, ma ha lasciato un segno profondo in una donna, colpita per la sesta volta in 36 anni di attività. È successo giovedì 24 luglio alle 14.40 al negozio di abbigliamento e gioielli Topazio, storico esercizio commerciale nella centrale via Baracca a Ravenna.
«Non è quello che ci hanno portato via, è quello che ci lasciano dentro», scrive la titolare Claudia Pagani in un post Facebook pubblicato poche ore dopo. Il bottino, infatti, è stato minimo (solo il fondo cassa lasciato durante le ore di chiusura), ma l’impatto emotivo molto più pesante. «Il punto è il senso di impotenza, il malessere profondo che si prova quando ti senti abbandonato, invisibile».
La dinamica del furto è stata raccontata del marito della titolare, Tommasino Francesco, che vive nei pressi del negozio. «Ho sentito dei rumori insoliti non provenienti dal cantiere limitrofo e mi sono affacciato per controllare. A prima vista, sembrava tutto tranquillo, tranne per una figura seduta davanti al negozio: un uomo vestito con una felpa nera, con in mano un bottiglione di vino. Una presenza che non ha destato sospetti in un primo momento perché ormai parte della normalità. Dopo qualche minuto sono uscito per verificare, ho trovato i vetri per terra e la persona si era dileguata».
La vetrina, secondo la ricostruzione dei carabinieri, è stata infranta con un sampietrino lanciato con forza fino a rompere il vetro, probabilmente dopo vari tentativi. Il ladro avrebbe impiegato quindi diversi minuti prima di forzare l’accesso.
In 36 anni di attività, Topazio ha subito tre rapine a mano armata e tre furti con scasso. Ma, sottolinea la proprietaria sui social network, è solo negli ultimi 2-3 anni che si vive «un pericolo costante, quotidiano». La zona, pur trafficata, è nascosta da una siepe mal curata e dai bidoni che fanno da scudo alla visibilità: «Un angolo da tempo segnalato per degrado, spaccio, violenza. E noi, lì in mezzo, a lavorare ogni giorno, con la paura che questa normalità stia diventando inaccettabile».
Francesco descrive meglio il contesto circostante: «Davanti al nostro negozio c’è spesso un raduno di giovani, sia di notte che di giorno, che comprano alcolici nei vicini alimentari aperti 24 ore. Durante il giorno la cosa si è attenuata ma il problema diventa nell’orario serale. Il degrado è stato segnalato più volte al Comune e mia moglie ha avuto un incontro con l’amministrazione poco tempo fa».