venerdì
01 Agosto 2025
Antiterrorismo

Indagine sulla propaganda jihadista online: 17enne perquisito dalla polizia

Centinaia di connessioni online ai media riconducibili al sedicente Stato islamico e condivisione degli stessi contenuti via Whatsapp

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Nel contesto delle attività condotte dalla polizia di Stato per il contrasto alla minaccia jihadista, un 17enne residente in provincia di Ravenna è stato perquisito stamani, 31 luglio, a seguito di accertamenti sviluppati su indirizzi informatici, acquisiti in ambito di collaborazione internazionale, che hanno registrato connessioni con spazi web riconducibili alla propaganda jihadista.

La nota stampa diffusa dalla questura di Ravenna fa riferimento a Al-Raud Media Archive, spazio riconducibile allo Stato islamico dove è consultabile materiale jihadista proveniente dai canali mediatici del Califfato quali la rivista Al Naba, la fondazione mediatica Al-Furqan e la radio Al-Bayan. Dagli approfondimenti svolti sono emerse centinaia di connessioni dall’utenza in uso al giovane che avrebbe anche condiviso in gruppi Whatsapp contenuti propagandistici di medesimo tenore.

Il 17enne della provincia di Ravenna rientra tre le 22 perquisizioni eseguite in tutta Italia – coordinate dalla direzione centrale della polizia di prevenzione su delega dalle procure per i minorenni – nei confronti di giovani tra i 13 e i 17 anni emersi in contesti estremisti di varia matrice: suprematista, accelerazionista, antagonista e jihadista.

«L’attività di prevenzione e le acquisizioni d’intelligence – si legge nella nota – hanno fatto emergere un progressivo innalzamento del coinvolgimento di minorenni in contesti di devianza e criminalità minorile in ambiti di eversione e terrorismo interno ed internazionale. Riveste un ruolo determinante in molti percorsi di radicalizzazione dei più giovani il web, in ragione della facile accessibilità, della velocità e della riservatezza nello scambio di messaggi, che ne fanno un vettore essenziale per la divulgazione di contenuti ai fini dell’indottrinamento, del proselitismo in chiave radicale e dell’addestramento».

Proprio per il ruolo rivestito dall’ambiente virtuale, gli investigatori riscontrano, più che in passato, una forte inclinazione alla ricerca di contenuti di matrice antisemita e confessionale da parte di individui di giovane età, spesso associata a fascinazioni per ambienti estremisti e terroristici caratterizzati dal comune denominatore dell’esaltazione della violenza quale metodo di lotta e di autoaffermazione.

«L’analisi del fenomeno mostra che il processo di radicalizzazione – dalla prima esposizione a materiale terroristico, alla pianificazione ed esecuzione dell’attacco – avviene con tempi notevolmente ridotti. Il tempo medio di radicalizzazione è passato dai 16 mesi del 2002 ai 10 mesi circa del 2015 fino ad un arco temporale attualmente di sole alcune settimane, tanto che tutte le nuove indagini hanno imposto un repentino e mirato intervento di disruption in ragione della riscontrata capacità e volontà di attivazione degli indagati nell’attuazione di azioni controindicate».

Anche il trend registrato a livello europeo indica i giovani – anche infra quattordicenni – come soggetti maggiormente esposti al rischio di radicalizzazione spesso violenta. In particolare, si sono registrate crescenti capacità di “anonimizzazione” degli utenti in rete, la costante presenza di soggetti minorenni e la riconducibilità di condotte delittuose a condizioni di solitudine, disagio socio-economico e disturbi mentali. A titolo esemplificativo, nel 2024 in Europa, circa due terzi degli arresti di soggetti legati all’Isis hanno coinvolto adolescenti mentre in Gran Bretagna un sospettato per terrorismo su cinque è classificato come minorenne.

Con specifico riferimento al territorio nazionale, le investigazioni degli ultimi anni hanno registrato un incremento della presenza di soggetti minorenni, impegnati nella diffusione sul web di contenuti estremisti e violenti: da gennaio del 2023 ad oggi, sono 12 i minori sottoposti a misura cautelare/precautelare (2023  1; 2024  5; prima metà del 2025  6) ed altri 107 oggetto di approfondimenti investigativi, quali perquisizioni personali, domiciliari e informatiche (2023  9; 2024  46; prima metà del 2025  52).

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