Ravenna torna al centro di un’inchiesta nazionale, questa volta a causa del suo rigassificatore. L’impianto, installato al largo di Punta Marina per ridurre la dipendenza dal gas russo, secondo un’inchiesta di Presa Diretta potrebbe invece essere rifornito proprio con idrocarburi del Cremlino.
Ad anticipare la notizia, Antonio Lazzari e Marco Maiolini di Europa Verde – Verdi Ravenna che raccontando di essere stati contattati dal giornalista di Rai 3 Andrea Vignali.
Secondo le ricerche di Vignali, il 14 luglio alcuni pescatori avrebbero ripreso la metaniera spagnola LNG Geneva mentre trasferiva gas alla SW Singapore ravennate. Dai registri risulta che la LNG Geneva provenisse da El Ferrol, tuttavia, il tracciato mostra che dopo la partenza dalla Spagna la metaniera ha navigato verso nord. Una volta superata la Norvegia e raggiunti i pressi dell’isola di Kola, in Russia, il segnale gps sarebbe stato spento, commettendo una grave violazione del Codice del mare. Tre giorni dopo, la nave ha riattivato il tracking, mostrando un aumento del pescaggio: era più pesante, quindi carica. Secondo Vignali, tutti gli indizi disegnano un rifornimento di gas , probabilmente nel porto di Murmansk.
La puntata andrà in onda domenica 28 alle 20:30 su Rai 3. Europa Verde Ravenna e la rete Per il Clima fuori dal fossile avrebbero fornito al giornalista supporto logistico e storico, aiutnandolo nella ricostruzione del percorso che ha portato all’insediamento del rigassificatore a Ravenna. Oggi Lazzari e Maiolini chiedono, a nome di Europa Verde Ravenna, che il governo riconosca alla città «la presa in giro dei suoi abitanti e dei suoi governanti, in una mera strategia finanziaria utile a portare più soldi nelle casse di alcune aziende scaricando i costi sul territorio».
Tra le richieste del partito (che a livello locale sostiene la maggioranza locale guidata dal Pd, partito che ha fortemente voluto il rigassificatore a largo delle coste ravennati) la dichiarazione ufficiale e pubblica da parte del governo dei rifornimenti russi, qualora questi venissero confermati, e il tracciamento degli extraprofitti derivati da queste operazioni, visto il gas russo è più a buon mercato rispetto a quello statunitense. Inoltre, i Verdi chiedono che venga riconosciuta alla cittadinanza e al territorio una parte dei profitti reali delle speculazioni finanziarie, al fine di sostenere le famiglie in povertà energetica e i ripagare i danni che quasi sicuramente avremo alla costa e all’ambiente.
L’ultima richiesta invece riguarda l’ammissione da parte del governo che il rigassificatore è un progetto inutile e superato per il Paese e di individuare una data di smantellamento prima dei 25 anni previsti.