Come annunciato dal Comune di Faenza nei giorni scorsi, nella mattinata di oggi, 6 ottobre, sono cominciati i lavori per l’abbattimento dei pioppi ai lati di via Cimatti nel tratto di circa 500 metri compreso tra il sottopasso della circonvallazione e via Santa Lucia. Il programma prevede di completare i tagli per il 10 ottobre: in questi giorni nella fascia oraria 8.30–19 la strada è chiusa al traffico.
Si tratta di pioppi bianchi piantati tra gli anni Sessanta e Settanta. Il Comune, in una nota alla stampa, afferma che gli alberi erano «già compromessi da interventi di capitozzatura eseguiti negli anni Ottanta e successivamente indeboliti da funghi lignicoli e dal maltempo, che hanno provocato più volte crolli e cedimenti. Le recenti alluvioni hanno inoltre aggravato la condizione degli apparati radicali, riducendo ulteriormente la stabilità degli alberi».
Il mondo ambientalista protesta e chiede di rivedere le decisioni. «Non ci hanno fatto visionare ancora nessuna perizia tecnica, che a quanto afferma il Comune è stata redatta dalla ditta Ares di Ferrara – si legge in un post sulla pagina Facebook dell’associazione Faenza Ecologica di cui è rappresentante Linda Maggiori, attivista e giornalista de Il Manifesto –. Perché non sono ancora state rese pubbliche? Noi abbiamo urgentemente fatto accesso agli atti, non ci bastano le rassicurazioni a parole. Chiediamo al Comune di sospendere i lavori, di confrontarsi. Il Comune doveva coinvolgere la popolazione e le associazioni ambientaliste con congruo anticipo, per permettere di fare eventuali controperizie».
L’associazione dice che non è chiaro quanti saranno abbattuti: «Il comune dice 30, ma gli operai dicono che devono abbattere tutti gli alberi del viale. Quindi più di 50». Il comunicato dell’amministrazione comunale, in effetti, non fornisce il numero delle piante da abbattere e, a precisa richiesta, non sono arrivate risposte dettagliate dall’ufficio stampa. Una perizia tecnica ha classificato trenta alberi come compromessi, «ossia in condizioni tali da rappresentare un pericolo concreto per la sicurezza pubblica». Ma anche gli altri esemplari, pur non ancora arrivati a questo stadio critico, mostrerebbero segnali di sofferenza. «Per questo motivo, un abbattimento selettivo limitato agli alberi peggiori non sarebbe una soluzione efficace: al contrario, lascerebbe in piedi soggetti già indeboliti e più esposti all’azione del vento, aumentando il rischio di crolli improvvisi».
Faenza Ecologica chiede l’istituzione di una consulta del Verde, composta da esperti, attivisti e cittadini: «Gli alberi sono beni comuni, patrimonio di tutta la città e sulla loro esistenza non possono decidere solo i tecnici. Come già successo a lido di Savio e in altre città, spesso le perizie sopravvalutano i difetti, le forze del vento e non guardano la resistenza dell’albero. Noi temiamo che la soluzione drastica sia stata “caldeggiata” dall’amministrazione per poter allargare la strada o progetti simili di “riqualificazione” che però si potrebbero fare mantenendo i pioppi o almeno tagliando solo quelli veramente secchi».
Il comitato cittadino che vuole salvare i pini di viale Romagna a Lido di Savio esprime la massima solidarietà al gruppo Faenza Ecologica: «Anziché privare un po’ per volta la zona dei numerosissimi servizi ecosistemici a favore dell’ambiente e della cittadinanza che solo una pianta adulta può dare, limitando gli abbattimenti alle piante realmente malate, si procede con la più sbrigativa eradicazione totale». Un presidio a difesa degli alberi si è svolto stamani nei pressi di via Cimatti.
Il Comune ha assicurato che nuove piante verranno posizionate al posto dei pioppi. Una rassicurazione che non basta agli ambientalisti: «Gli alberi sono esseri viventi, ci proteggono dalle inondazioni, permettono all’acqua di infiltrarsi nel terreno, fanno ombra, assorbono polveri sottili e anidride carbonica. Nessun nuovo alberello compensa i benefici ecosistemici di un grande albero, questo è un dato scientifico. Inoltre non potranno essere ripiantati vicino ai margini della strada in quanto il nuovo codice della strada lo vieta».