martedì
14 Ottobre 2025
scuole

Il Comune fa arrabbiare anche il Mordani: «Lasciateci la nostra scuola. Modalità di comunicazione grave, ora faremo di tutto»

Docenti e lavoratori della scuola elementare contro la decisione di traslocare le classi alla Guido Novello

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“Questa è la nostra scuola”, “Lasciateci la nostra scuola”. La protesta, a suon di striscioni, si è ora allargata anche sulla facciata della storica scuola elementare Mordani dell’omonima via del centro di Ravenna.

Piccolo riassunto delle puntate precedenti: dal 2027 la scuola media Damiano di via Ghiselli chiuderà i battenti in quanto scade il contratto di affitto e il Comune di Ravenna non ha intenzione di rinnovarlo, avendo già altre scuole che si stanno svuotando. Monta la protesta, per settimane, di genitori e docenti della Damiano, fino all’annuncio del 13 ottobre del Comune: le medie di via Ghiselli si trasferiranno al Mordani e le classi delle elementari a loro volta si trasferiranno alla Guido Novello, nello stesso stabile delle medie, con lo spazio sufficiente.

Una decisione che ha lasciato perplessi i genitori della Damiano (dalla elementare Ricci, dello stesso comprensivo, arrivare al Mordani in auto non è davvero così semplice) e che ha fatto montare ora la protesta anche al Mordani: in una lettera inviata alla stampa firmata dal personale docente e Ata e dai lavoratori di tutto il comprensivo Novello (di cui fa parte appunto la scuola di via Mordani) si parla della “cronaca di una morte annunciata” per quella che è la scuola primaria più antica della città «con il suo patrimonio storico, culturale, pedagogico, luogo della Memoria e di tante Memorie a essa legata».

Docenti e lavoratori ricordano la chiusura del parcheggio di piazza Kennedy che ha portato negli anni a una graduale e sempre più negativa flessione delle iscrizioni, accentuata «dalle difficoltà a raggiungere il Mordani – si legge nella lettera, con chiare accuse dirette alle precedenti Amministrazioni -, dalla mancanza di trasporto adeguato in prossimità dell’Istituto, dalla mancanza di pass temporanei Ztl che permettano di accedere e raggiungere più facilmente la scuola, dall’assenza di contestuali politiche istituzionali». A queste problematiche «si aggiungono un mancato piano di adeguato miglioramento della struttura scolastica – continua la lettera del Mordani -, la difficoltà delle famiglie a vivere in centro città per i costi elevati, la precarietà per le giovani generazioni e la conseguente denatalità, nonché politiche culturali e sociali che hanno da una parte facilitato giustamente alcune istanze della comunità, a discapito però di altre, in termini di accoglienza sul piano della socialità del centro storico». Fino ad arrivare a quella che viene descritta come «una forma di pregiudizio culturale che ha visto la nostra scuola poco appetibile da molte famiglie della città, con approccio di giudizi sempre più lontani da azioni di inclusione e integrazione che rispondono invece per noi docenti, alle richieste della complessità delle nostre società. Ciò richiede sicuramente per chi educa, la costruzione di un nuovo umanesimo che non si fermi ai luoghi comuni, ma che costruisca e adatti i propri interventi educativi ai contesti in cui ci si trova ad operare. Tale processo di azioni educative, è stato per lungo tempo il vero fulcro formativo umano e pedagogico in cui ha creduto l’indimenticato direttore didattico Giorgio Gaudenzi, sostenuto dall’allora sindaco Fabrizio Matteucci». Le lettera cita, tra le iniziative messe in campo negli anni, «la pietra d’ inciampo, il progetto Roberto Bachi, con il riconoscimento delle medaglie dei Presidenti della Repubblica, la Bandiera dei maestri primari con la storia di partecipazione alla cittadinanza attiva e consapevole, la partecipazione civica a tutte le iniziative celebrazioni istituzionali, la rigenerazione dell’archivio storico come patrimonio di alfabetizzazione della comunità ravennate, la costruzione della cultura musicale e corale come segno di democrazia artistica». Questo «è il patrimonio della nostra Scuola e di questa precisa struttura architettonica, dei cittadini e cittadine di Ravenna di oggi e del passato, che hanno commossi partecipato alle giornate Fai, abitando nuovamente il Mordani, con rinnovata emozione. Se la scuola è la base della società crediamo fortemente che il piano economico non debba azzerare quello della Memoria».

Dal Mordani dicono quindi di «non volersi rassegnare» alla decisione del Comune e che verrano intraprese «tutte le iniziative necessarie per difendere questo patrimonio. A noi appare grave la modalità con cui ci è stata comunicata la decisione, senza replica, senza aprire invece un vero confronto e dibattito con la comunità educante, sulle problematiche educative pedagogiche sociali che ci vedono attivi. Le soluzioni vanno certamente trovate di fronte alle problematiche, ma non possiamo pensare che noi educatori del plesso Mordani, ics Novello, siamo stati con tale modalità posti in contrapposizione ai colleghi del comprensivo Damiano che si trovano in realtà in posizione similare. La fretta spesso è cattiva consigliera, auspichiamo pertanto maggiore riflessione e confronto».

Intanto, sabato 18 ottobre è stato annunciato dalle 9.30 un open day in cortile. «Chiediamo alla cittadinanza di partecipare e sostenere le iniziative della nostra Scuola. Aspettiamo le famiglie le bambine e i bambini che frequenteranno la classe prima a settembre del 2026, sabato 18 ottobre Verrà presentato il nostro progetto educativo attraverso il valore dello sport con laboratori giochi e attività».

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