Alcune centinaia di persone, tra adulti e bambini, a Ravenna hanno partecipato stamani, 18 ottobre, a un corteo che chiedeva al Comune di mantenere la scuola elementare Mordani nella sua sede storica nell’omonima via e non trasferirla all’interno della scuola media Guido Novello (piazza Caduti) dove ci sarebbero spazi liberi per ospitarla. Al corteo da via Mordani a piazza Kennedy hanno partecipato genitori e alunni attuali, insegnanti, ex alunni e futuri alunni.
Il trasferimento, nei piani del Comune, è la soluzione per utilizzare l’edificio di via Mordani per le medie Damiano che oggi sono in via Ghiselli in un immobile di proprietà della curia per cui il Comune paga un affitto annuale di circa 145mila euro. Il contratto è in scadenza nell’agosto 2027 e il Comune non intende rinnovarlo per ridurre i costi e perché la denatalità sta liberando, e ne libererà sempre di più nei prossimi anni, spazi in altri plessi scolastici già di proprietà comunale, come appunto Mordani e Guido Novello.
I genitori della Mordani, promotori della colorata protesta fatta anche portando in manifestazione i propri figli, ritengono illogica l’imposizione del Comune di Ravenna di spostare la primaria: «Soprattutto non siamo d’accordo con il modo e i tempi con cui la decisione è stata presa e comunicata». Va ricordato che il trasloco avverrebbe dall’anno scolastico 2027-2028 ed è stato annunciato nei giorni scorsi. Va anche ricordato che quest’anno la Mordani, per la prima volta, non è riuscita a raggiungere il numero minimo di iscritti sufficiente per una classe prima, ma non chiuderà e non è intenzione del Comune chiuderla, ma solo spostarla. Infine, va ricordato che gli spostamenti non andrebbero a incidere sul personale e sull’organizzazione degli istituti comprensivi: non ci sarà l’accorpamento tra Guido Novello e San Pier Damiano che pareva una delle ipotesi al vaglio.
Una nota inviata alla stampa ieri, metteva nero su bianco altre motivazioni della protesta: «Crediamo in un centro non solo fruito dai turisti, crediamo che lavorare in un ambiente adatto e di piccoli numeri possa aiutare a risolvere le nuove sfide della scuola, crediamo che si possa ancora trovare un equilibrio sostenibile tra piccoli numeri e grandi accorpamenti, perché nella scuola bisogna sempre investire e non pensare al puro calcolo economico, perché soprattutto crediamo che la scuola vada progettata insieme, nel tempo e per tempo».