lunedì
27 Ottobre 2025
Potere al Popolo

Un nuovo presidio per Gaza: «Trasformiamo le 100 piazze in 100 assemblee operative»

Sulla scia delle mobilitazioni di settembre e ottobre, gli attivisti tornano in Piazza per dire no al riarmo dell'Europa e continuare a dimostrare sostegno alla Palestina: «Il "piano di pace" è una manovra vergognosa».

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Un nuovo presidio a sostegno della popolazione palestinese indetto da Potere al Popolo, per trasformare le “100 piazze per Gaza per bloccare tutto” in “100 assemblee operative per cambiare tutto”.

A Ravenna l’appuntamento è martedì 18 ottobre, in Piazza del Popolo.

 

«A settembre e ottobre siamo scesi in piazza a migliaia per Gaza, contro il genocidio e a supporto della Global Sumud Flotilla – comunicano dal partito -. Ma il cessate il fuoco e la proposta di pace Trump-Netanyahu non sono la fine: il popolo palestinese resta sotto occupazione, assedio, e le uccisioni continuano. Il “piano di pace” è una manovra vergognosa per negare ai palestinesi il diritto all’esistenza».
Da qui l’idea di “un’assemblea permanente contro il genocidio, la guerra e il riarmo”, che martedì vedrà gli interventi della giornalista e attivista faentina Linda Maggiori, dei delegati di Pap, degli studenti del territorio e di attivisti coinvolti nella lotta a sostegno della Palestina.
«Mentre l’Europa sostiene Netanyahu, contemporaneamente approva un gigantesco piano di riarmo da 800 miliardi, aumentando i fondi alla NATO e promuovendo l’economia di guerra – concludono da Potere al Popolo -.  A Ravenna, il porto è ancora usato come hub logistico per il trasporto di armi e il commercio con Israele. Le amministrazioni comunale e regionale, al di là dei proclami, non agiscono realmente per boicottare i rapporti con Israele e per bloccare le aziende produttrici di armi sul nostro territorio. Complicità con Israele e riarmo sono due facce della stessa medaglia, il cui prezzo si riversa su salari e condizioni di vita e di lavoro. Dobbiamo usare la forza che abbiamo costruito, continuando la solidarietà con la Palestina e la lotta contro l’economia del genocidio».
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