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    Categoria: cultura

Quell’elisir d’amore di veri giovani

Il melodramma di Donizetti all’Alighieri

Sabato 28 febbraio (alle 20.30) e domenica 1 marzo (alle 15.30) va in scena, al Teatro Alighieri, L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti nell’allestimento firmato da Leo Nucci coprodotto dalla Fondazione Teatri di Piacenza e dal Teatro Alighieri. Il baritono torna a Ravenna ancora nelle vesti di regista, dopo Luisa Miller presentata nella passata stagione, con il secondo titolo realizzato nell’ambito del Progetto “Opera Laboratorio” dedicato alla formazione e alla selezione di giovani cantanti. Un elisir d’amore, quindi, all’insegna della giovinezza: l’età media dei cantanti, come quella dei musicisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta per l’occasione da Stefano Ranzani, è infatti tra i 23 e i 24 anni. Salvo Piro affianca Leo Nucci come regista collaboratore, le scene sono di Carlo Centolavigna, i costumi di Artemio Cabassi e le luci di Claudio Schmid. Il Coro del Teatro Municipale di Piacenza è diretto da Corrado Casati.

Il cast in scena all’Alighieri è composto dal soprano Maria Mudryak nel ruolo di Adina “la ricca e capricciosa fittaiuola”, dal tenore Marco Ciopino che interpreta l’ingenuo Nemorino, dal baritono Andrea Vincenzo Bonsignore, che veste i panni di Belcore, dal basso Daniel Giulianini in quelli del simpatico Dottor Dulcamara, e infine da Ludovica Gaspari che sarà Giannetta.
Un Elisir nel quale Leo Nucci intende dare (in qualche caso ridare) «…dignità ai personaggi, a cominciare da Nemorino, troppo spesso ridotto a un “imbecille”, così da perderne di vista la personalità. Una personalità che può invece essere recuperata partendo da un lavoro rigoroso sul libretto di Felice Romani, che è perfetto e che richiede solo di essere valorizzato». È il regista a sottolineare che «la scena unica, con un solo mutamento, ospita l’azione, che si svolge dal mezzogiorno all’alba del giorno successivo, con una sequenza che dà alla vicenda un’indiscutibile plausibilità».

L’azione, che nel libretto di Romani è ambientata nell’Ottocento, viene trasportata a quel momento storico ricco di trasportata a quel momento storico ricco di grandi speranze che fu il secondo dopoguerra, periodo che ha permesso al regista di fare un esplicito riferimento a un film come Pane, amore e fantasia, senza però snaturare l’opera.