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    Categoria: cultura

Alla Classense l’archivio del letterato grecista Carlo Ferdinando Russo

Presentazione venerdì 16, alle 17.30 in biblioteca, con lo storico e filologo Luciano Canfora

Venerdì 16 ottobre, alle ore 17.30, presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense, verrà presentata la donazione della biblioteca e delle carte del grecista Carlo Ferdinando Russo, dell’Università di Bari, scomparso nel 2013, e della rivista Belfagor, “rassegna di varia umanità” fondata nel 1946 dal padre Luigi Russo e diretta da Carlo Ferdinando per quasi cinquant’anni fino alla sua chiusura, nel novembre 2012.
Per l’occasione il filologo e storico di fama internazionale Luciano Canfora, con l’intervento di Raffaele Ruggiero, dell’Ateneo di Bari, terrà una conferenza dedicata all’occasione, dal titolo Carlo Ferdinando Russo nella filologia del Novecento. L’evento è realizzato dall’Istituzione Biblioteca Classense, e si inserisce nelle iniziative di Ravenna Capitale Italiana della Cultura 2015.

Carlo Ferdinando Russo nacque a Napoli nel 1922; figlio dell’insigne critico letterario e italianista Luigi Russo e allievo di Giorgio Pasquali, uno fra i maggiori esponenti di filologia classica, divenne titolare della cattedra di Letteratura greca dell’Università di Bari, che mantenne per oltre un ventennio, e direttore della rivista Belfagor dal 1961, a seguito della morte del padre.
In ambito filologico e classico, Ferdinando Russo è stato un punto di riferimento importante per molti ricercatori, soprattutto per quanto riguarda gli autori grechi Giuliano, Omero e Aristofane; su quest’ultimo in particolare concentrò le sue ricerche, pubblicando nel 1962 la sua fortunata opera Aristofane autore di teatro. Morì a Bari il 26 luglio 2013, all’età di 91 anni, lasciando in eredità alla Classense tutta la sua biblioteca, composta da più di diecimila volumi tra monografie e periodici, e l’intero archivio di Belfagor; la donazione è stata sostenuta e oggi perfezionata dall’allievo ed erede Raffaele Ruggiero, ottemperando alla volontà del grecista e di Adele Plotkin, pittrice statunitense.

All’origine di questo importante lascito ci sono sicuramente due ragione: da un lato l’interesse per il grande comico greco Aristofane, del quale la Biblioteca Classense conserva l’unico manoscritto superstite che contenga tutte le 11 commedie conosciute, risalente al X secolo; dall’altro  l’esempio di un grande grecista come Manara Valgimigli, un tempo direttore della Classense nonché donatore della sua biblioteca e delle sue carte.