La Sala Dantesca della Classense restituita agli antichi splendori

Se ne parla in due giornate di incontri il 29 e 30 gennaio alla Sala Muratori

Sala Dantesca ClassenseDa circa un anno il Refettorio Camaldolese di Classe, vero gioiello dell’ex complesso monastico della Biblioteca Classense, è oggetto di una rilevante campagna di restauro diretta dall’architetto Giampiero Cuppini e dall’ingegnere Luigi Tundo, che sta interessando in particolare il dipinto de Le Nozze di Cana, l’affresco del soffitto La Visione di san Romualdo, i preziosi stalli lignei alle pareti, il portale di ingresso e il vestibolo.

L’Istituzione Biblioteca Classense, in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna, ha colto l’occasione dei lavori di manutenzione per organizzare l’importante convegno Da refettorio monastico a Sala Dantesca della Biblioteca Classense. Storia, arte e restauri: all’evento, che si svolgerà venerdì 29 e sabato 30 gennaio, parteciperanno numerosi studiosi ed esperti, ognuno dei quali esporrà interessanti approfondimenti e ricerche. Le due giornate di incontri avranno luogo presso la Sala Muratori della Biblioteca Classense, e si suddividono rispettivamente in quattro sessioni: le prime tre verteranno sulla storia della sala come sala civica cittadina e come monumento storico artistico, mentre l’ultima sarà dedicata alla presentazione della campagna di restauro tuttora in corso facente parte del terzo stralcio dei lavori di manutenzione della Classense.

Le nozze di CanaUna volta concluse le opere di restauro, la sala sarà destinata ad ospitare eventi culturali di vario genere, fra cui le note Letture Classensi, e, novità  assoluta per la biblioteca comunale, le celebrazioni di matrimoni civili, che avverranno sullo sfondo dello splendido dipinto de Le nozze di Cana.

L’antico Refettorio del Monastero Camaldolese fu completato nel tardo ‘500 grazie alla volontà dell’abate Pietro Bagnoli, noto anche per essere il committente del dipinto sulla parete di fondo raffigurante Le nozze di Cana, realizzato dai pittori ravennati Luca e Francesco Longhi. Alla bottega dei Longhi furono affidati anche gli affreschi sul soffitto, fra i quali campeggia al centro La visione di san Romualdo, soggetto camaldolese per eccellenza.
Nel corso dei secoli il Refettorio subì diversi gravi danni, restauri e cambiamenti di destinazione d’uso; divenuta sala civica dopo la soppressione del Monastero Camaldolese, fu adibita nel 1921 a sala per le letture dantesche, in occasione del sesto centenario della morte del poeta Alighieri, assumendo così la denominazione in uso ancora oggi di Sala Dantesca.

Gli approfondimenti e le ricerche presentate durante il convegno sono il frutto di una proficua collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e con l’Università degli Studi di Bologna.
I restauri sono stati possibili grazie al fondamentale contributo finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, a cui si è aggiunto il sostegno di Ravenna Capitale Italiana della Cultura 2015.
Il programma del convegno al link: http://www.classense.ra.it/main/index.php?id_pag=574

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