Ravenna Festival trasfigura Dante

Con il teatro delle Albe, la danza di Dubois e giovani artisti. Sabato 26, alle 11, al Centro Congressi di Largo Firenze, presentazione pubblica del cartellone 2017 del festival

Dante ChiostroFin dagli esordi negli anni ‘90 il Ravenna Festival ha accolto nei sui programmi produzioni originali ed eventi dedicati a Dante e alla Commedia, esaltando questo storico rapporto nel 2015 con un’edizione interamente dedicata al Poeta col titolo L’amor che move il sole e l’altre stelle, e lo scorso anno con la prima rassegna di performance pluridisciplinari e multimediali “Giovani artisti per Dante”. Dal 2017 questa affinità fra il festival e l’opera dantesca è destinata a proseguire e intensificarsi verso le celebrazioni del VII centenario della morte di Dante, nel 2021, affiancando le molteplici manifestazioni in via di definizione da parte del Comune di Ravenna e altre istituzioni e associazioni culturali locali e nazionali.
La presentazione delle iniziative in cartellone per il Ravenna Festival 2017 è avvenuta recentemente a Roma nel rinascimentale Palazzo Firenze, ricco di testimonianze artistiche e prestigiosa sede della Società Dante Alighieri, l’istituzione culturale nazionale con oltre 400 comitati diffusi nel mondo per tutelare e diffondere la lingua  e la cultura italiana a livello internazionale. All’incontro, oltre al segretario generale della Dante Alighieri, Alessandro Masi erano presenti il sovrintendente del festival Antonio De Rosa, il condirettore artistico Franco Masotti, il sindaco di Ravenna Michele De Pascale e l’autore e regista teatrale Marco Martinelli che ha illustrato il pluriennale progetto di messa in scena delle tre cantiche dantesche – Inferno nel 2017, Purgatorio nel 2019, Paradiso nel 2021 – commissionate dal Ravenna Festival.       

Sala Dante«Da sempre io e Ermanna Montanari con le Albe immaginavamo questa impresa ardua eppure da affrontare – ha commentato Martinelli –: trasformare in teatro il capolavoro che ha dato origine alla lingua e alla letteratura italiana. Altri hanno tentato, magari cercando di rivestire di immagini sceniche i canti danteschi, il nostro intento è estrarne l’intima “natura” teatrale. Dante si è veramente “alzato al paro di Eschilo e di Shake­speare”, come scrive Giambattista Broc­chi, nelle sue Lettere sopra Dante nel 1797: siamo convinti che le sue migliaia di endecasillabi ripartiti in terzine sono uno stupefacente congegno teatrale. Per questo vogliamo misurarci con quella poesia vertiginosa senza tradirla e senza rimanerne schiacciati. E prendere sul serio l’intento dell’autore quando dice, nell’Epistola XIII a Cangrande della Scala, che scopo della Commedia è addirittura quello confortare il lettore: “liberare i viventi in questa vita dallo stato di miseria e condurli alla felicità”. Siamo così abituati a sentire e risentire i versi danteschi in mille letture – ha puntualizzato il regista – che il carattere sulfureo, incendiario di quei versi ci passa spesso sulla pelle senza toccarci: riti evocativi ma svuotati di energia vitale. Invece l’universo dantesco è un umanesimo integrale, un trasumanar con cui Dante ci provoca a distanza di sette secoli, che parla a tutti, oltre le fedi e le culture. La nostra Divina Commedia per questo sarà un “cantiere aperto”, ispirato alle sacre rappresentazioni medievali per coinvolgere tutti gli spazi urbani di Ravenna, le strade e le piazze, le chiese e i teatri, le archeologie industriali e le pinete… Ma soprattutto chiamerà a partecipare a questo rito teatrale, oltre a maestri di cerimonia e giullari, tutti i cittadini, di ogni generazione, in un corto circuito fra attori e spettatori. Nel 2017, per la messa in scena dell’Inferno utilizzeremo un teatro Rasi “svuotato” in tutti i sui spazi  per allestire un labirinto dove ogni spettatore non potrà che essere un viaggiatore nei panni di Dante, avviato a un percorso iniziatico, accompagnato dalle guide del Teatro delle Albe, Virgilio e Beatrice che siano. Chi entrerà in questo misterioso luogo di pensieri e sentimenti sarà chiamato a districarsi nei meandri della più attuale “selva oscura” per ritrovare un Dante sciamano, guaritore e artista, ma anche per rispecchiarsi nell’ everyman evocato da Ezra Pound, ovvero quel “ognuno di noi” in cerca di un senso della vita, a mirare la compassione e la salvezza, verso un mondo di felicità e di bellezza».
L’allestimento di Inferno del Teatro delle Albe al Rasi coinvolgerà il pubblico per più di trenta giorni consecutivi, dal 25 maggio al 2 luglio.

Sempre in questo periodo, in tarda mattinata ai Chiostri francescani della zona dantesca, ogni giorno saranno in programma le performance ideate per la seconda edizione del bando internazionale “Giovani artisti per Dante”, rivolto alla nuova generazione di creativi e appassionati di Dante che attraverso un collettivo artistico – la maggioranza dei componenti  dei gruppi partecipanti deve avere meno di 30 anni – è chiamata ad applicare tutti i linguaggi performativi nel progettare spettacoli della durata massima di 40 minuti. Le proposte selezionate comporranno il calendario di quella che è, vista l’ampiezza del calendario (da fine maggio ai primi di luglio) e l’originalità delle produzioni, un piccolo festival nel festival.

DuboisNon da meno è l’opera coreografica ideata da Olivier Dubois, direttore del Centre Choréographique National de Roubaix / Ballet du Nord, che torna al festival con Les mémoires d’un seigneur (in cartellone l’8 giugno al Pala De Andrè), una creazione che – attraverso l’incontro sul palco fra un solo danzatore (Sébastien Perrault) e 40 non professionisti selezionati attraverso un workshop – esplora le nozioni del potere e della tentazione, fino a trasformarsi in un caravaggesco ritratto d’inferno. Il racconto in tre parti de Les Mémoires – quasi un’epica della solitudine che si dipana fra lotte e trionfi in tre “epoche”: La Gloria, La Caduta, L’Addio – si presta così a prologo di un progetto dedicato alla Divina Commedia che impreziosirà con la firma di Dubois il percorso del festival verso il 2021.

Infine, sempre a proposito di grandi firme dello spettacolo e di progetti danteschi, va segnalata l’intenzione, più che una promessa, del compositore Premio Oscar, Michele Piovani – presente all’incontro a Roma – di tornare sulle tracce di Dante con una nuova opera da portare in scena nelle prossime edizioni del Ravenna Festival, come già avvenuto nel 2015 con la produzione de La vita nuova, con la voce recitante di Elio Germano e lo stesso maestro Piovani al piano alla guida di un’orchestra da camera.

Anteprima. Incontro pubblico sull’edizione 2017 del Ravenna Festival
Sabato 26 novembre, alle ore 11, si tiene nel Palazzo dei Congressi di Largo Firenze, la presentazione pubblica del programma della XVIII edizione del Ravenna Festival.
L’incontro – che vedrà la partecipazione di Cristina Mazzavillani Muti, dei condirettori artistici, del Sovrintendente della manifestazione, dell’Assessore comunale alla cultura e del Sindaco di Ravenna – sarà condotto dal giornalista Massimo Bernardini. Come è avvenuto lo scorso anno, oltre all’illustrazione e al commento dei temi e degli eventi in cartellone, sono previste anche esibizioni a sorpresa di artisti ospiti dell’edizione 2017 del festival.    

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