«Dal Comune 80mila euro in più nel bilancio di Ravennantica per i molti servizi»

Il presidente della Fondazione spiega l’aggiunta di Palazzo Merlato in fase di assestamento. Da novembre è operativo l’accordo con il ministero per la gestione della biglietteria e dei bookshop dei siti statali: mausoleo di Teodorico, museo nazionale, Sant’Apollinare in Classe

Museo Di ClasseGiuseppe Sassatelli, etruscologo e docente universitario, è da maggio presidente del cda di Ravennantica, la fondazione di cui fa parte il Comune di Ravenna (a lungo presieduta dall’attuale assessora alla Cultura Elsa Signorino) che gestisce una serie di beni culturali e che ha sottoscritto un importante accordo con il ministero per i Beni culturali per avere la gestione di biglietterie e bookshop dei beni statali sul territorio ravennate e occuparsi di valorizzazione e promozione degli stessi.

Presidente, a che punto siamo? Ravennantica è materialmente entrata in tutti i siti e le biglietterie?
«Concretamente siamo entrati e abbiamo cominciato. Sono andato personalmente alla Basilica di Sant’ Apollinare in Classe. Qui funziona tutto, il bookshop è stato riallestito in modo molto ricco ed efficace. Anche la biglietteria ovviamente è in funzione. Mi pare che tutto proceda nel migliore dei modi dal mio punto di vista. Anche al Mausoleo di Teodorico, sia pure con qualche giorno di ritardo, abbiamo proceduto al riallestimento del bookshop. C’è stato qualche piccolo problema di organizzazione sulla biglietteria, legato al passaggio di consegna. Ma anche questo sembra risolto. Al Museo Nazionale abbiamo avuto meno problemi ed è stato più semplice subentrare. Quindi in sostanza siamo presenti e attivi nei tre monumenti più importanti dell’accordo di valorizzazione. Con un piccolo ritardo di una settimana per Sant’Apollinare dovuto a banali questioni tecniche come ad esempio il cambio delle utenze».

Ravennantica ha assunto il personale di Novamusa che lavorava prima in questi siti?
«Per il personale di Novamusa è avviato il processo di progressiva assunzione non solo perché questo è stabilito dalla clausola sociale contenuta nell’accordo ma anche perché siamo convinti che sia giusto procedere in questo modo. Ovviamente la tempistica del riassorbimento va parametrata alla riorganizzazione dei servizi. Cinque sono già stati assunti e stanno affiancando il personale di Ravennantica. È un impegno morale e politico quello di riassorbire chi lì ha lavorato per tanto tempo. Ci vuole solo un po’ di pazienza nel raccordare i nuovi servizi con queste nuove assunzioni e nel raccordare le nuove assunzioni con il personale di Ravennantica. Sempre tenendo conto delle competenze e delle esigenze oltre che delle aspettative. Ci vuole da parte di tutti un po’ di pazienza ma siamo sulla strada giusta. Alla fine per la fondazione saranno otto i nuovi assunti».

Che cosa vi aspettate in termini di numeri di visitatori?
«Ci aspettiamo un aumento consistente dei visitatori per due ragioni: questo accordo consente di fare rete tra i vari siti e i vari musei e di fare un’offerta complessiva. Non più singoli tasselli ma un sito “unico” facendo rete. E questo produrrà sicuramente un effetto positivo. Poi come Ravennantica abbiamo in progetto di aumentare e di innovare i servizi nel giro di qualche mese investendo sull’accoglienza dei visitatori, studiando espedienti comunicativi efficaci, ovviamente in collaborazione con il Polo Museale (in buona sostanza i proprietari dei siti, ndr)».

Quali sono i termini dell’accordo economico?
«Le percentuali sono fissate dalle regole generali del Ministero contenute nel precedente accordo che è il nostro punto di riferimento in questa fase iniziale. Sui biglietti la quota di spettanza del Ministero è del 73 percento. Il Ministero inoltre ha una percentuale dell’8 percento sul venduto nei bookshop».

Dai siti statali andrà al ministero il 73 percento degli incassi da biglietti e l’8 percento delle entrate da libri e gadget

Per il 2017 il Comune in fase di assestamento di bilancio ha aggiunto 80mila euro ai finanziamenti già previsti per Raven­nantica. Ci sono difficoltà di bilancio?
«Non è corretto impostare la questione dicendo che a Ravennantica servono 80mila euro per chiudere il bilancio in pareggio. Il discorso va impostato in modo molto diverso. Gli impegni di Ravennantica nelle aree aperte più di recente, come ad esempio l’Antico Porto, hanno comportato una spesa maggiore rispetto alle entrate che possono scaturirne. Ciò è dovuto sia ai molti servizi che vengono erogati sia alla natura stessa dei beni culturali che notoriamente necessitano di contributi. Una spesa maggiore di cui il Comune era al corrente e che è stata coperta in fase di assestamento di bilancio. A questo servono gli assestamenti di bilancio. È tutto alla luce del sole».

Sassatelli

Giuseppe Sassatelli

E cosa possiamo aspettarci in termini di bilancio per il 2018 con l’apertura del Museo di Classe? E anzi, ci conferma la tempestica? Si era parlato di primavera…
«Confermo che il Museo di Classe aprirà entro il 2018, personalmente non ho mai parlato di primavera. Abbiamo già uno studio fatto da un esperto di costi di servizi, studio nel quale compare una quantificazione precisa dei costi anche in una proiezione futura molto ampia. Stiamo aggiornando questo studio e tra poco avremo un’idea ancora più precisa dei costi».

Sapete almeno se ci sarà bisogno di nuovo personale se ci saranno, quindi, assunzioni?
«L’apertura del Museo ci consentirà passaggi più semplici nel riassorbimento del personale di Novamusa visto che ci saranno sicuramente nuovi servizi. Anche questo processo andrà valutato con molta attenzione in una più generale riorganizzazione dei servizi. Tenendo anche conto che molti dei nostri attuali “dipendenti”, circa 40 unità, sono a tempo determinato e anche quelli a tempo indeterminato sono a tempo ridotto. E quindi dobbiamo avere un occhio di riguardo anche per le aspettative di questo personale interno che aspira, giustamente, a lavorare di più e a lavorare in modo stabile».

Si è parlato a lungo dell’ingresso del Ministero come membro della fondazione. È un’ipotesi ancora in campo e secondo lei auspicabile?
«È una cosa difficile da preventivare. Si era lavorato in passato in questa direzione ma furono sollevate delle questioni. L’accordo di valorizzazione è stato anche un modo per superare queste difficoltà e queste lungaggini. Che il Ministero possa entrare, personalmente non lo escludo, ma non dipende solo da noi, dipende anche dal Ministero. Noi siamo disponibili. D’altra parte nel testo dell’accordo si prospetta la possibilità che nei primi anni di gestione possa essere costituito un nuovo soggetto».

C’è stato un altro accordo recente, questa volta con l’Università. Cosa ci si può aspettare?
«L’accordo quadro firmato qualche settimana fa con il Rettore, con il Comune e con Fondazione Flaminia è molto importante perché mette insieme istituzioni e competenze che si coordinano per investire sull’archeologia. Sono competenze e risorse molto importanti e il rilancio dell’archeologia sarà un altro tassello positivo. Anche per il rilancio di alcune aree su cui già abbiamo lavorato. Si pensi solo a San Severo dove il nostro lavoro con l’Università ha consentito il recupero di tanti dati nuovi. Riprendere esplorazione e scavo per recuperare altri dati sarà fondamentale per presentarli al pubblico in una prospettiva nuova. Lo stesso vale per l’area urbana di Ravenna».

Poco dopo il suo insediamento ha manifestato un certo fastidio per le reiterate richieste di chiarimenti e di documenti di una forza politica ravennate, La Pigna. Tutto appianato ora?
«Il problema non è quello dei rapporti con La Pigna. Abbiamo richiesto una audizione pubblica in Comune dove abbiamo avuto modo di illustrare i nostri programmi. E su questo abbiamo mandato un documento riepilogativo. In generale, lo dico da non ravennate, che la città di Ravenna e le sue istituzioni dovrebbero essere contente di come si stanno gestendo i Beni Culturali. E da questo punto di vista l’accordo di valorizzazione è un modello a livello nazionale. Non ce ne sono tanti in giro».

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