Finanziamenti alla cultura con bando pubblico, ma solo per chi già opera nel comune

Il progetto dell’Amministrazione ravennate per le nuove convenzioni. A disposizione per il 2018 oltre mezzo milione di euro

Musica Classica2

Tra le attività da sempre finanziate con il sistema delle convenzioni anche alcune stagioni di musica classica

Come annunciato, invece dell’affidamento diretto, le nuove convenzioni culturali con cui il Comune di Ravenna sovvenziona decine di attività culturali passeranno attraverso un meccanismo di selezione che prevede un avviso pubblico e un bando pubblicato a fine settembre sul sito del Comune (consultabile a questo link), in scadenza a fine ottobre e illustrato nei dettagli in un incontro pubblico a Palazzo Merlato mercoledì scorso.

568.560 gli euro a disposizione per il 2018 che saranno distribuiti in base alle graduatorie fino a esaurimento. Cinque le aree previste tra cui saranno suddivisi i fondi (ma non in maniera eguale né prestabilita, anche se è facile immaginare che rispecchiaranno le proporzioni degli anni passati): musica, arti performative, promozione letteraria, arti visive, arti cinematografiche. Chi vorrà partecipare dovrà presentare un progetto dettagliato di spese e rendicontazione e anche numero di persone coinvolte nel pubblico, spazi, periodo di svolgimento per il 2018 e un programma di massima per i successivi quattro anni (la convenzione è infatti valida fino al 2022, ma rifinanziata ogni anno). Chi partecipa potrà chiedere fino al 70 percento dei fondi necessari (spiegando da dove arriverà la quota invece scoperta) e specificare di quali servizi comunali potrà avere bisogno (che saranno economicamente quantificati dagli uffici e inclusi nel calcolo del finanziamento).

A garantire di fatto una continuità alle esperienze consolidate una clausola molto vincolante: per partecipare, oltre a presentare progetti dal costo minimo complessivo di almeno 10mila euro, bisogna dimostrare di aver precedenti esperienze (2014-2016) in produzione e/o gestione di attività similari nel territorio comunale di Ravenna. I punteggi sono suddivisi per un massimo di 40 punti alla voce “qualità artistica e incidenza sul territorio”, 30 punti per “gestione e qualità progettuale”, massimo 15 punti per “collaborazione con altri soggetti, creazione di sistemi di rete” e altri potenziali 15 punti per il curriculum. C’è chi per questo parla di operazione “Gattopardo”, e cioé di un meccanismo che potrà magari rimescolare un po’ le carte tra i vari soggetti (che si prevede aumentino più di quanto sono aumentate le risorse), ma senza portare a vere rivoluzioni. Un aspetto questo che viene in realtà rivendicato dall’Amministrazione comunale che ha ribadito come l’intenzione sia proprio quello di salvaguardare e allo stesso tempo stimolare il ricco panorama culturale cittadino cresciuto negli anni.

A stilare le graduatorie una commissione che comprenderà in ogni caso il dirigente alla cultura Maurizio Tarantino e un esperto per ognuno dei cinque ambiti, oltre ad altre figure tecniche e terze. Rispetto al passato, l’importante novità è il teatro Alighieri e Ravenna Manifestazioni che  non saranno più regolati dalle convenzioni e per il Rasi è invece previsto un bando ad hoc.

Per chi invece non ha esperienze maturate negli anni passati, resta lo strumento della “compartecipazione”, il Comune metterà infatti a bilancio un fondo per finanziare eventuali nuove proposte. «Una cifra – assicura il sindaco Michele de Pascale – che potrà anche crescere nel caso ci vengano fatte proposte particolarmente interessanti: da parte nostra c’è la massima apertura alle novità».

Come funzionava fino al nuovo bando. Le convenzioni attualmente in atto e approvate nell’ormai lontano 2012 prevedevano per il 2013 cinque macro aree per un totale di circa 3milioni di euro per 34 soggetti, di cui tredici erano le “new entry”. La cifra così consistente si giustificava proprio per la presenza della voce “convenzioni teatrali” in cui a Ravenna Manifestazioni andavano oltre 630mila euro  per la gestione dell’Alighieri a cui si sommavano 1milione e 280mila euro per la stagione di opera e danza e il Ravenna Festival (oggi affidati direttamente dopo la modifica dello Statuto), mentre a Ravenna Teatro andavano i 477mila euro per la gestione del Rasi (oggi a bando). Alle convenzioni musicali andavano in tutto 230mila euro per otto soggetti (di cui 95mila all’Angelo Mariani e 60mila al Jazz Network), a quelle delle arti performative andavano 94mila euro (tra questi la stagione di Comico di Accademia Perduta che ancora non è stata infatti presentata quest’anno), 51mila euro alle attività di “Letteratura e poesia” (di cui 21mila al Centro Relazioni Culturali la cui attività è ora però interna al Comune), 32.500 andavano invece al Planetario. Altri 140mila euro erano spartiti tra le “new entry” che includevano (per la prima volta) anche attività di fotografia e cinema.

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