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    Categoria: cultura

L’artista lughese che ha dato un volto ai personaggi del Trono di Spade

Il 56enne Luca Tarlazzi ha illustrato le copertine di diverse saghe fantasy e storiche prima che diventassero film e serie tv. Ultimi giorni per ammirare le sue opere alla Classense

Stupore e meraviglia. E la domanda, ma davvero queste non sono foto? La reazioni per molti che entrano in Manica Lunga in Classense in questi giorni (fino al 29 aprile) per la mostra “La Storia illustrata” di Luca Tarlazzi, 56enne lughese che da anni firma copertine di best seller e illustrazioni che uniscono la tecnica digitale 3D al lavoro del disegno manuale. «Sì, è vero, a volte è difficile convincere le persone che sono proprio disegni, ma del resto è l’effetto che volevo raggiungere», ci racconta l’illustratore.

Nella sua lunga carriera, Tarlazzi ha illustrato, tra le altre copertine di Ken Follet, Valerio Massimo Manfredi, de Il trono di spade prima che diventasse una serie tv. Ricercato per la precisione filologica delle sue immagini frutto di un lavoro di accurata ricerca, unito al grande impatto e anche a una sua “firma”, cioé il lavoro di post produzione sulle immagini in 3D che vengono, ci spiega «sporcate»  per farle apparire come vecchie foto di un’epoca in cui in realtà il fotografo non c’era. «In effetti è una richiesta sempre più frequente, perché  il 3D rischia di risultare altrimenti un po’ freddo, è un aspetto su cui ho lavorato molto e che mi caratterizza e che, devo dire, è molto apprezzato».

Ma apprezzato Tarlazzi lo è anche per le illustrazioni, come si evince da uno dei testi del catalogo firmato dal divulgatore più amato d’Italia, Alberto Angela, con cui Tarlazzi ha collaborato per diversi volumi sulla storia di Roma. «Una persona meravigliosa – ricorda l’illustratore – appassionata, ricordo nottate a parlare al telefono con una grande intesa». Ma, come ricorda Angela stesso, la passione originaria di Tarlazzi non sono gli antichi Romani, bensì i Celti. «Sì, iniziò tutto così, con l’editore Stefano Trentini, quando facevamo “Celtica“, lì abbiamo cominciato a fare ricerche e ricostruzioni sempre più accurate. Siamo stati i primi e in un certo senso, abbiamo un po’ segnato la strada…».

Tarlazzi ha disegnato anche vichinghi, antichi Greci, soldati napoleonici, dinosauri, scene dalla Seconda Guerra mondiale. C’è un periodo con cui vorrebbe misurarsi e che ancora non gli è capitato? «Devo dire che sono stato molto fortunato e quindi ho potuto occuparmi di tutti i periodi che mi interessavano. Forse mi piacerebbe occuparmi di Indiani, quelli del far west, ma naturalmente è più un settore per gli americani. E amo molto fare fantasy, mi piacerebbe farne anche di più».

Qualche tentazione di tornare al disegno erotico dei suoi esordi? In fondo, come ricorda Nevio Galeati in un altro testo introduttivo del catalogo, molti lo ricordano per la serie di albi “Selen“, ispirati proprio all’allora pornostar ravennate. «No, sinceramente no, ogni tanto me lo chiedono ma credo non potrei riuscire più a entrare in quella mentalità, forse per l’età. Però in Francia li hanno ristampati, mentre so che qui in Italia li hanno i collezionisti…». Per la verità, ci racconta, nei suoi progetti futuri c’è in effetti tutt’altro, ossia le sculture realizzate con stampanti 3D. «Sì, è un mondo che mi interessa tantissimo, al momento è solo una passione perché non c’è mercato, ma credo che sia una tecnica con enormi potenzialità, vedremo».